La più grande novità della MotoGP 2012, oltre al ritorno alle “mille”, sarà l’introduzione di una nuova “categoria” che, sia pur con un Regolamento tecnico diverso, correrà insieme alla Classe Regina. Stiamo parlando delle CRT…
Le CRT nascono concettualmente nel Febbraio del 2010, nei salotti della MotoGP Commission. In quei giorni viene ufficializzato il ritorno alla 1000cc, dopo l’esperienza della “800”, e rese note le parte fondamentali del Regolamento che avrebbe vincolato il Mondiale a partire dal 2012.
La Federazione Internazionale, quindi, ridefinì i limiti: motore fino a 1000cc, numero di cilindri fino a 4, “bore” massimo di 81mm, peso limitato a 150kg per le 800cc ed a 153kg per le 1000, numero massimo di motori utilizzabili da ogni pilota fissato a 6 e capacità massima del serbatoio vincolata a 21 litri.
Ma non era tutto: spuntò una voce, “Exception for Claiming Rule Teams (CRT’s) approved by the Grand Prix Commission”. Questi “CRT” avrebbero potuto utilizzare fino a 12 motori per pilota (quindi il doppio) e serbatoi da 24 litri: 3 litri di benzina in più rispetto agli “altri”.
Nei mesi successivi (fino ad arrivare alle ultime settimane) è stato un susseguirsi di perplessità, voci di corridoio, comunicazioni ufficiali poco chiare. Cosa sono, quindi, queste CRT?
Sono sostanzialmente la soluzione pensata dalla Dorna, la Società organizzatrice del Motomondiale, per riempire una griglia di partenza che mai come in questi anni è stata talmente esigua da presentare al via, talvolta, 14-15 piloti e far andare a punti chiunque fosse in grado di prendere la bandiera a scacchi. Riformare il sistema di punteggio evidentemente era troppo difficile.
In un periodo di forte recessione e di costi di gestione enormemente alti, come trovare nuovi Teams ed allo stesso tempo non perderne altri?
La Dorna ha pensato dunque di realizzare una Moto2 da “mille”, ribattezzata già “Moto1”: telaio prototipo e motore di serie “Superbike”. Per farvi capire: la prima test-bike, che è già scesa in pista lo scorso inverno, è stata una Suter (leader nella Moto2 a livello telaistico) motorizzata con il motore BMW 1000 RR. Ogni Team, se non legato alle Squadre facenti parte della MSMA (l’Associazione dei Team, ovvero Ducati-Honda-Yamaha-Suzuki), avrà quindi le agevolazioni riportate sopra una volta ottenuto lo status di “CRT”.
Non è finita qui: ogni MSMA Team potrà richiedere un motore all’anno ad un Team CRT, versando la quota di 20.000 euro (15.000 euro per il motore senza trasmissione): sarà l’unica opportunità, per i Team “Ufficiali”, di spostare il limite di motori da 6 a 7. Insomma: se una Honda, una Yamaha, una Suzuki od una Ducati dovessero raggiungere il limite di motori per uno o più dei loro piloti saranno costretti a comprare un motore di “serie” ed a correre con quello!
Con questa iniziativa Dorna/FMI vorrebbero facilitare l’ingresso nel Motomondiale a Teams non disposti ad affrontare l’investimento che richiede una “vera” MotoGP.
Le perplessità sono però tante, come le domande (che sorgono più che spontanee). Perchè non abbattere direttamente i costi delle MotoGP anziché far iscrivere, nella stessa gara, due tipologie di moto radicalmente differenti? Quanto sono concreti i rischi di veder crearsi un “doppio mondiale”?
Trovo però che questa nuova politica non sia da bollare come l’ennesima “stronzata” destinata a non avere un seguito. Ho la sensazione che questo “passo” della Dorna non sia volto a trovare nuovi Teams ed investitori che poi, dopo magari uno/due anni di CRT, sceglieranno la strada della “GP pura” entrando con il nome della Casa produttrice del Motore o chiedendo una GP clienti ai costruttori dell’MSMA.
Mi spiego: e se la Suter BMW (nel 2012 guidata da Colin Edwards e gestita dal Team Forward Racing) non fosse il preludio per l’ingresso in MotoGP di una BMW “GP 100%” bensì l’antipasto di quella che sarà la MotoGP del futuro? Ovvero una Moto1? Ovvero una Superbike con telai prototipati realizzati dalle Case stesse? Fino a qualche anno fa credevo che fossero semplici congetture, adesso non lo so più.
Gli indizi sono tanti: il prossimo anno avremo sicuramente delle prove, in un senso o nell’altro.
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