Per un appassionato di Corse è diventato molto difficile seguire le Corse. Parlo per me, l’appassionato sono io. Se poi tu, o lettore, ti dovessi rivedere in ciò che dico, sarò stato contento di averti dato un conforto.

Mentre scrivo questo pezzo sono in una baitella sulle Alpi Orobie dove da diverso tempo mi rifugio per fuggire dal caldo e per ripristinare le mie stanche membra segnate dalla settimana lavorativa in una Pianura sempre più invivibile.

Fuori ci sono 13 gradi, ho acceso la stufa e mi è venuto lo stimolo di scrivere un pezzo, quindi ho aperto il Notebook. Lo pubblicherò di getto e senza correzioni, quindi perdonerete qualche refuso o inesattezza.

Per un appassionato di Corse è diventato molto difficile seguire le Corse.

Vorrei scandagliare questo semplice incipit senza dilungarmi troppo ma allo stesso tempo non intendo banalizzarlo.

Non serve che vi racconti dove siamo oggi e come ci siamo arrivati, lo farò solo selezionando alcuni passaggi che ritengo imprescindibili. E prenderò in considerazione esclusivamente due Campionati, tecnicamente i riferimenti assoluti nelle rispettive categorie, ovvero la MotoGP per quanto riguarda il motociclismo e la Formula 1 per quanto riguarda le quattro ruote.

In questo mio pensiero non parlerò dell’informazione perchè secondo me è oggi un inutile orpello, i Media non danno nulla di sostanzioso, salvo pochi giornalisti di assoluto livello che stimo ma che sono una eccezione.

Partiamo subito da un distinguo: ritengo che la Formula 1 goda di ottima salute come prodotto commerciale e non prevedo una parabola discendente nel breve termine. Sì, perchè criticare, disaffezionarsi, non avere più il sacro fuoco nei confronti di qualcosa non significa che questo qualcosa debba perire.

Posso essere deluso da una persona, da un collega, da uno smartphone se vogliamo passare agli oggetti. Quando lo sono, sento il bisogno di rivolgermi ad altro. Di cambiare.

Ma questo non vuol dire che quella persona, quel collega o quel produttore di Smartphone sia destinato al fallimento, tantomeno all’oblio.

Semplicemente non fa per me, pace. Le sue peculiarità, le sue abilità o le sue strategie commerciali saranno adeguate ad un’altra persona, ad un’altra azienda o ad un altro pubblico. Ma non per me.

In questo esempio non ho citato le auto, perchè essere delusi di un’auto oggi vuol dire essere fottuti. L’Automotive sì, è morto, ma non è ancora arrivato il momento di parlarne.

La Formula 1 è un prodotto che sta crescendo esponenzialmente a livello di pubblico ed introiti. Gli americani hanno preso la Formula 1 e, piano a piano, stanno introducendo un modello di business che nella loro parte di Mondo funziona da 70 anni.

Concettualmente le vetture sono sempre più simili, Regolamento dopo Regolamento, e si arriverà in un lasso di tempo relativamente breve ad avere delle parti comuni molto importanti tra le monoposto. E parlo di Scuderie rivali, non degli “junior team” che da oltre un decennio sono stati sdoganati.

Ma cos’è cambiato rispetto al passato? Poco, vince chi ha l’auto più veloce. Il distinguo tra un pilota e l’altro è con quanto margine vinci rispetto al tuo compagno di squadra.

Non facciamo gli ingenui, io sono un Classe 1990 e da che ho memoria è sempre stato così. Quindi a livello prettamente tecnico e sportivo non è cambiato granchè.

I grossi cambiamenti sono stati quelli relativi all’aumento dei Grand Prix, seguendo i fitti Calendari del Motorsport americano. Ma dello Sport americano in generale, mi viene da dire. 24 Gran Premi nel 2024. Troppi. Soprattutto quando i valori sono così consolidati.

Vi confesso, quando escono i Calendari della Stagione successiva mi segno qualche data e per il resto sbuffo. Madonna, 24 Grand Prix? Non ne posso già più.

A metà campionato la Stagione è bella che finita, e ci credo: è la lunghezza di un Campionato di 20 anni fa. Come fai a rendere interessanti 12 Grand Prix?

Artificialmente. All’americana. Un delirio. La gestione delle Safety Car, delle Red Flag e delle procedure di ripartenza alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni è sconcertante. Il Signor Michael Masi è stato sacrificato e gettato in pasto al pubblico, perchè il pubblico questo voleva.

Ma i “mandanti” di Michael Masi sono coloro i quali interpretano le regole e dettano il colpo di scena radiocomandato. Sono sempre lì e lo vediamo di GP in GP.

Ma anche l’artifizio, per uno spettatore normodotato, diventa banalità. E fa presto a diventarlo. Oggi seguire un Gran Premio dallo Start rischia di essere una grossa perdita di tempo, perchè sai benissimo che, dovesse esserci la possibilità, verrà azzerato tutto. Per una gara che inizia alle 6 del mattino tanto vale mettere la sveglia alle 7.

Fino a pochi anni fa una ripartenza in griglia era un evento raro, qualcosa che rimaneva impresso nella memoria ed entrava nell’highlight della Stagione.

Oppure una gara pazza come quella di Canada 2011, con la vittoria di Jenson Button. Eventi che capitano perchè dovevano capitare, perchè gli eventi li hanno generati. Perchè l’imponderabile ha scompaginato un libro apparentemente già scritto. Perchè il colpo di scena ha ribaltato una storia che credevi già tale.

Oggi l’evento eccezionale succede perchè hanno deciso che doveva succedere. Ed eccezionale non è più. Non c’è fermento, non c’è poesia, non c’è lo stupore.

Lo dico, ritengo Max Verstappen il pilota più forte e completo attualmente in Formula 1. Il 12 Dicembre 2021 ero sul divano bello comodo e un po’ teso perchè sì, nella battaglia di Abu Dhabi tra Lewis Hamilton e Max Verstappen “tifavo” per l’olandese. Vuoi per questa mia preferenza, vuoi perchè si era davanti ad anni di dominio Mercedes.

Insomma, volevo la vittoria di Max.

La vittoria è arrivata, ma non è stata una vittoria di Max. Quella gara è stata indirizzata, sono estremamente onesto. La Mercedes secondo me ha avuto le sue colpe perchè nel trambusto non si è resa conto di quello che stava succedendo e a quei livelli devi essere pronto a tutto.

Toto Wolff ha giustamente sclerato, ma sa bene che avrebbero potuto reagire.

Avrebbe potuto mettere Lewis probabilmente dietro a Max ma in grado di lottare ad armi pari. Non lo ha fatto, perchè non si aspettava una ripartenza all’ultimo giro. Non in quelle condizioni. Ma era stato deciso di sì.

Poi sarebbe saltata la testa di Michael Masi, ma questo chiedeva il pubblico. Lo spettacolo e il colpo di scena ad ogni costo, ed è quello che ha avuto.

Eppure la Formula 1 gode di buona salute perchè gli americani stanno applicando un format collaudato.

Semplicemente hanno deciso di rivolgersi ad un pubblico diverso e i numeri gli stanno dando ragione. La 500 Miglia di Indianapolis viene azzerata in continuazione, rimescolata. Spesso le 499 miglia precedenti non sono servite a nulla. Sarà così anche in Formula 1.

Secondo me torneremo agli scarti o a Grand Prix non valevoli a fini iridati. Mia sensazione, la butto lì.

La MotoGP. La MotoGP vive un discorso molto diverso. La Classe Regina del Motomondiale sta vivendo una serie di questioni tecniche assolutamente scioccanti. Per la prima volta nella Storia è categorico che sia il mezzo più veloce a vincere. Non prendiamoci in giro. Non è mai successo in maniera così evidente.

Ducati ha grandi meriti. Borgo Panigale ha sofferto per un decennio l’egemonia nipponica, ma era diverso. C’erano le moto giapponesi, soprattutto Honda e Yamaha, e i loro quattro/cinque piloti ufficiali.

Al massimo qualche grande pilota che non trovava la sella Factory e veniva parcheggiato nei vari team satellite, potendo dire la sua ogni tanto. Qualche grande pilota, appunto.

Oggi abbiamo due piloti di caratura mondiale, secondo il mio modesto parere i più forti attualmente in griglia, ridotti a comparse. Sto parlando di Fabio Quartararo e Marc Marquez. Entrambi hanno da recriminare nei confronti dei loro datori di lavoro, Yamaha e Honda, non c’è dubbio.

Sul perchè i Costruttori giapponesi stiano mollando il colpo ho una idea ed è la stessa di Misterhelmet, quindi vi invito a seguire i suoi concetti a riguardo.

Ma la MotoGP è diventata qualcosa di diverso ed è la Categoria che più ha “subito” l’evoluzione tecnologica. Lo dicono gli stessi piloti: è difficile stare in scia, è difficile superare, le moto sono più grosse, più larghe, più complesse.

Iniziano a presentare le criticità tipiche di un prototipo automobilistico a ruote scoperte, ma anche le peculiarità e l’apparente semplicità di guida, pur premesso che parliamo sempre di grandi piloti.

Ma il mezzo meccanico ha preso il sopravvento, io ho l’impressione che il pilota di moto non possa più compensare un gap tecnico. Questo significa un azzeramento pericoloso dei valori umani ed un boomerang per gli stessi piloti.

Che interesse può avere una Casa ad ingaggiare un pilota di talento con elevate pretese economiche, quando la tecnica applicata alla sua moto gli consente di vincere con un qualsiasi pilota professionista di alto livello?

Io credo che, se sarà perseguita questa via tecnica, si arriverà al fenomeno dei piloti paganti anche in MotoGP, tolte poche eccezione di vertice. E ad un notevole abbassamento del monte ingaggi. Perchè la MotoGP non è la Formula 1.

Vorrebbe provarci, ma non lo è. Dorna, l’Organizzatore, sta attingendo al mondo americano. Sta rimpolpando la struttura con manager formati Oltre Oceano.

Vogliono seguire la ricetta della Formula 1. Ma non sanno dosare gli ingredienti. La MotoGP non è la Formula 1, lo abbiamo già detto?

Il ritiro di Valentino Rossi ha tolto pubblico ed interesse al Mondiale e questo era prevedibile. L’evoluzione delle moto nel senso riportato sopra, unitamente all’infortunio di Marc Marquez, hanno fatto il resto.

Ora la MotoGP vorrebbe risollevarsi sbagliando ancora. Creando una nuova generazione di followers, più che di appassionati. Abbiamo assistito recentemente a beghe e polemiche tra piloti e squadre che sembrano scritte a tavolino per fare interazioni. Aberrante.

La MotoGP è destinata a diventare la parodia della Formula 1. Questo succede quando prendi il peggio dall’esempio che vorresti seguire. Ci dovremo preparare presto a colpi di scena artificiosi e polemiche da TikTok, ma intanto abbiamo già avuto un antipasto con la follia delle Gare Sprint.

La Formula 1 le ha introdotte, ma si è limitata a pochi weekend selezionati. Possiamo discuterle, ma rimane comunque un “evento” da segnare sul Calendario.

La MotoGP, pronti via, ha deciso di introdurle ogni weekend. Raddoppiando il numero di corse da un anno all’altro. Io non voglio insegnare a dei professionisti come fare il proprio lavoro, perchè quando lo fanno con me mi arrabbio.

Ma davvero qualcuno oggi sente la necessità di guardare tutte le gare del Mondiale MotoGP moltiplicate per due?

E’ stata tolta la magia e la sacralità della gara, una e una sola. Una formula che non avrebbe funzionato nemmeno nella Golden Era della MotoGP. Parlo dell’epoca del miglior Valentino Rossi, dell’exploit di Casey Stoner, di quella dei Fantastici 4 e del più recente dominio di Marc Marquez. Più volte si era parlato di replicare il Modello SBK alla MotoGP, ma non si era mai concretizzato nulla. Per fortuna.

Come può funzionare in un Campionato così?

La mia opinione da semplice appassionato è che la Formula 1 sia destinata a perdere interesse da parte di noi Europei, ma sia destinata ad un successo commerciale ancora non esplorato. Diventerà qualcosa di ancora più grande, ma di estremamente diverso e che non sarò più disposto a seguire.

La MotoGP, invece, la vedo molto male. I motivi sono simili ma non gli stessi. Ha preso quella famosa parabola discendente e ben lontana dai gusti di chi l’ha sempre seguita. Il problema è che il pubblico alternativo al quale la MotoGP è a caccia secondo me non esiste.

Cosa ne pensate?

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