Le Ferrari BiancoRosse portano sfiga? Indagine ed Analisi Storica definitiva.

Le Ferrari BiancoRosse portano sfiga? Alla presentazione della SF16-H qualcuno ha riportato in auge una antica credenza che non è supportata dai fatti. Ma vediamo il perchè nel dettaglio grazie ad una indagine storica.

La nuova Ferrari SF16-H è la monoposto che parteciperà al Mondiale Formula 1 2016. Tante novità tecniche sulla monoposto della Scuderia di Maranello: nuovo muso, nuove pance laterali, nuove sospensioni.

Questo è ciò che balza subito all’occhio. E, in attesa di scoprire se potrà essere vincente, l’altro elemento che attira la nostra attenzione è la livrea.

Non è solo Rossa, c’è tanto bianco nella parte superiore della scocca. Una combinazione cromatica che ha pochi ma importanti precedenti nella lunghissima Storia che unisce la Scuderia fondata da Enzo Ferrari al massimo Campionato mondiale per vetture Formula.

Il bianco è stato un colore che i designers di Maranello hanno richiamato su tante vetture, dedicandogli ampi spazi anche per ragioni di sponsorizzazione a partire dal 1997, quando Marlboro decise di porre con ancora più evidenza il “pacchetto di sigarette” sulla carenatura del rollbar.

Oppure quando Vodafone sponsorizzò la Rossa a partire dal 2002: il bianco arrivò anche sulle pance e sulle appendici aerodinamiche laterali.

Ma la SF16-H va oltre le ragioni di sponsorizzazione ed i particolari grafici. Il design scelto quest’anno è bicolore sul serio: la parte superiore della monoposto è tutta bianca.

Per questo motivo ho arbitrariamente deciso di considerare BiancoRosse solamente le monoposto che hanno utilizzato con evidenza questa livrea e senza ragioni legate alle richieste degli Sponsor.

Motivo per il quale dobbiamo ignorare gli anni di Marlboro e Vodafone. Quelli dei cinque Mondiali di Michael Schumacher, mica poca roba.

Per ritrovare una scelta grafica del genere dobbiamo tornare indietro di oltre quarant’anni, fino al 1971, anno in cui la Scuderia di Enzo portò in gara la Ferrari 312 B2. La “pinna” che univa il rollar all’alettone posteriore era di un bianco purissimo.

La “pinna bianca” della Ferrari 312 B2 del 1971.

Da quella Stagione in poi furono diverse le vetture che seguirono lo schema biancorosso: bianco con banda tricolore era il periscopio della Ferrari 312 T del 1975, bianca era la carenatura superiore di tre monoposto consecutive: Ferrari 312 T2 nel 1976 e 1977, Ferrari 312 T3 nel 1978.

Dal 1979 in poi il bianco venne progressivamente abbandonato, riservato a piccoli particolari.

Unica eccezione relativamente moderna fu la Ferrari F93A che prese parte al Mondiale F1 1993 con Jean Alesi e Gerhard Berger. C’era Marlboro, ma la livrea fu anomala rispetto alle precedenti ed alle successive, con una grande banda bianca che raccordava tutta la vettura.

Nei giorni scorsi i rumors avevano preannunciato che la nuova Ferrari sarebbe stata biancorossa. Alcuni hanno portato avanti obiezioni scaramantiche sostenendo che questa livrea portasse sfiga.

È vero? Nella Storia della Ferrari sono state sei le monoposto “biancorosse”.

La 312 B2 chiuse al terzo posto il Costruttori nel 1971 con Jacky Ickx, Clay RegazzoniMario Andretti, non riuscendo a lottare per il Piloti ma vincendo due Grand Prix.

La seconda, la 312 T, vinse il Campionato del Mondo Piloti 1975 con Niki Lauda trionfando anche nel Costruttori grazie al duo Lauda-Regazzoni. Vittoria non di poco conto, visto che il Titolo mancava a Maranello da 11 anni, ovvero dai tempi di John Surtees.

Nel 1976 fu il turno della 312 T2, la monoposto del famoso duello Hunt-Lauda: James vinse il Piloti con la McLaren, ma a Maranello arrivò un secondo Mondiale Costruttori. Certo, fu anche l’anno del terribile incidente al Nurburgring che sfigurò Niki, ma in un periodo storico in cui si viaggiava alla media di un lutto all’anno…

La Ferrari 312 T2 di Niki Lauda che corse il Mondiale F1 1976 ad un revival negli Stati Uniti.

Nel 1977 la nuova 312 T2 si vendicò a andando a vincere sia il Mondiale Piloti, sempre con il driver austriaco, sia il Costruttori.

Poi un anno avaro di trionfi, il 1978Carlos Reutemann non andò oltre il terzo posto nel Mondiale Piloti (vincendo comunque 4 Grand Prix), stesso piazzamento nel Costruttori insieme al compagno di squadra Gilles Villeneuve.

Nel 1979 la Ferrari tornò Rossa e vinse tutto con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve. Da quell’anno la livrea “biancorossa” non venne più ripresa.

Fino al 1993: la F93A di Alesi e Bergher raccolse la miseria di tre Podi e terminò quarta nel Costruttori. Effettivamente fu un anno raccapricciante.

La Ferrari F93A, una delle monoposto Ferrari più scarse della Storia.

Quindi, ricapitolando. Le Ferrari biancorosse hanno partecipato a sei Campionati vincendo cinque Titoli Mondiali (2 Piloti, 3 Costruttori).

L’ultima esperienza è stata agghiacciante, ma è anche vero che i risultati negativi della F93A sono stati abbondantemente battuti nel 2014 dalla prima Ferrari della nuova Epoca Turbo, la F14-T, monoposto rossa (con retrotreno nero) che con più Grand Prix a disposizione è salita solamente due volte sul Podio.

In conclusione, le Ferrari biancorosse sono percentualmente più vincenti delle Ferrari rosse: 5 Titoli in 6 Stagioni rispetto ai 31 Titoli vinti dalla Scuderia in 66 anni di attività.

Una Ferrari biancorossa ha più del doppio delle possibilità di vincere un Mondiale rispetto ad una Ferrari rossa. Anche se le macchine le fanno gli ingegneri e le guidano i piloti, non i grafici.

Il caso è chiuso.

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