Il Ciocco, Lucca. La tredicesima edizione di Hell’s Gate si è disputata e conclusa ieri, sabato 6 febbraio. Come anticipato, la formula di gara è stata profondamente rivista per far fronte alle difficoltà nella concessione dei permessi di transito sui sentieri della Garfagnana. Fabio Fasola e i suoi uomini sono in ogni caso riusciti a tirar fuori dal cilindro una gara Estrema degna di questo nome.
Il nuovo format ha visto i trenta piloti qualificati sfidarsi sull’interno anello estremo, dalle 16 alle 18:30, mentre nell’ultima mezz’ora i quattro rimasti hanno girato solamente all’interno dell’Arena, un percorso estremamente impegnativo e tecnico caratterizzato da ostacoli come tronchi, pietre e viscidi blocchi di cemento.
Wade Young è il nome che esce vincente dall’inferno toscano. Il giovanissimo pilota sudafricano, vent’anni non ancora compiuti, ha centrato il bersaglio alla seconda gara come pilota ufficiale del team Sherco. Dopo essersi imposto nella fase eliminatoria del mattino, Young è scattato al comando della gara serale e ha iniziato ad imporre un ritmo insostenibile per chiunque.
Ad inseguirlo ci hanno provato Mario Roman, anch’egli partito bene, e poi Graham Jarvis. Il britannico è stato però autore di un pessimo scatto dalla seconda fila, ottenuta in virtù del quinto posto nella gara del mattino, ed è poi stato costretto a farsi largo e a sorpassare parecchi piloti più lenti di lui.
Quando si è trovato la strada libera, con i soli Roman e Young davanti, era ormai troppo tardi, il vantaggio del leader era diventato incolmabile.
Jarvis è comunque riuscito ad agganciare e a battere il compagno di squadra in Husqvarna Mario Roman. Lo spagnolo ha comunque portato a termine la gara sul podio, ottima prestazione che fa il paio con la seconda piazza del 2015.
Il quarto ed ultimo classificato è Diego Nicoletti, che si conferma nettamente il migliore degli italiani riuscendo per la prima volta in carriera a vedere il traguardo dell’infernale estrema toscana.
Diego ha potuto contare sull’affidabilità della sua Beta 300 del team GTS, ma soprattutto sul calore e il tifo da stadio riservatogli da tutto il pubblico presente sul percorso. Immancabile poi la compagnia della spinta, che ha tratto in salvo il vicentino, ma anche tutti gli altri, sulla risalita del Laghetto, senza dubbio il punto più impegnativo del percorso.