Il Giovedì Nero dell’Automobile. I grandi Gruppi industriali crollano in Borsa, per un motivo o per l’altro.
A fare da “traino” alla crisi Renault che, secondo alcune indiscrezioni provenienti dalla Francia, sarebbe essere indagata dallo Stato nazionale e dal Dipartimento Anti Frodi con lo spauracchio di un nuovo Diesel Gate.
E FCA crolla a Piazza Affari: il titolo del Gruppo automobilistico italo-americano è in picchiata dopo ulteriori indiscrezioni arrivate dagli Stati Uniti.
L’accusa, secondo quanto anticipato da Automotive News, è quella di aver offerto somme di denaro ai Concessionari per falsare i dati sulle vendite di fine mese.
A citare il Gruppo FCA è stata la Società Napleton Automotive di Chicago per conto di due Concessionarie FCA della Città americana. Il Gruppo vanta una cinquantina di Concessionarie negli Stati di Illinois, Florida, Pennsylvania e Missouri.
Sulla questione è intervenuto Mike Palese, portavoce di FCA in Nord America: “il Gruppo non può esprimersi sulla questione fino a quando non avrà una adeguata possibilità di verificare le accuse“. Questo significa che l’azione legale intrapresa negli Stati Uniti non è ancora stata notificata al Gruppo guidato da Sergio Marchionne.
Secondo l’accusa i Concessionari sarebbero stati pagati per riferire false vendite l’ultimo giorno del mese per poi stornarle il mese successivo, pratica della quale anche i funzionari FCA sarebbero stati al corrente.
Tutto è cominciato, come riportato questa mattina da Milano Finanza, da una offerta di denaro a Edward Napleton (20.000 dollari) da parte di FCA per riferire dati falsi sulla vendita di 40 nuovi veicoli alla fine di un mese.
Napleton ha rifiutato e l’azione legale sarebbe partita dopo aver scoperto che una Concessionaria rivale avente gli stessi Marchi aveva invece falsato vendite per ben 85 autoveicoli, accettando la proposta.
Mediobanca ha diffuso una nota nella quale spiega che la pratica in Europa non è illegale, consente ai concessionari di raggiungere gli obiettivi mensili e ottenere i bonus ed è diffusa anche tra gli altri produttori del Vecchio Continente.
Come spesso succede i problemi, per le Aziende europee, arrivano dagli Stati Uniti e dalle sue Leggi di garanzia per i clienti e tutela commerciale.
Vedremo come si risolverà la questione, cosa c’è stato di vero e di eventualmente scorretto, oppure se si tratta solo di un polverone locale tra Concessionari.
Nel frattempo FCA crolla a Piazza Affarri: -10.43% di perdita a metà giornata, calo che continua dopo che il Titolo era stato sospeso per eccesso di ribasso.
Va peggio a Renault per quello che alcuni hanno già definito il “Giovedì Nero” dell’Automobile. La Casa della Losanga è arrivata a perdere il 20% e a bruciare 5 miliardi di euro di capitalizzazione.
La France Presse, citando il sindacato CGT Renault, ha annunciato questa mattina che gli investigatori del servizio antifrodi francese hanno sequestrato alcuni computer nelle sedi Renault il 7 gennaio scorso.
I settori coinvolti (”omologazione e messa a punto dei controlli motori”) fanno pensare che queste perquisizioni siano legate alle conseguenze del Diesel Gate che nei mesi scorsi ha colpito il Gruppo Volkswagen.
I titoli Renault ed FCA hanno portato a picco anche le altre Aziende quotate in una tipica reazione a catena: perdono percentuali ragguardevoli Volkswagen, BMW, Peugeot, Daimler e Ferrari.