L’assurda squalifica di Felipe Massa. Non dite di farlo in nome della Sicurezza.

L’assurdità di una decisione che non serve a nulla e che va contro i principi di Sicurezza decantati dalla Federazione. I Commissari rilevano temperature e pressioni oltre il limite sulla Williams di Massa prima del GP Brasile. Ma lo fanno partire lo stesso.

Felipe Massa è stato escluso dal Gran Premio del Brasile di Formula 1 perchè la Williams è stata ritenuta irregolare.

Il problema è che la monoposto del brasiliano era stata “pizzicata” dai Commissari sportivi prima della partenza, ma le è stato concesso partire e concludere il GP nonostante violasse una normativa in materia di temperatura e pressione degli pneumatici che la Federazione aveva difeso e imposto in nome della Sicurezza.

La Williams Mercedes è stata giudicata colpevole della violazione dell’articolo 12.5.1 del Regolamento tecnico di FIA F1, dell’articolo 3.2 del Regolamento Sportivo FIA F1 e dell’articolo 12.1.1 paragrafo i) del Codice Sportivo FIA F1.

Tradotto, la Scuderia di Grove ha schierato in Griglia di Partenza la FW37 di Felipe Massa con la temperatura dello pneumatico posteriore destro ben oltre la temperatura limite consentita dalla FIA, limite fissato su indicazione della Pirelli.

La Pirelli di Felipe Massa è stata pre-riscaldata a 138 gradi centigradi mentre il limite per Interlagos era di 110 gradi.

Così si legge nella decisione FIA che motiva l’esclusione di Felipe Massa dall’Ordine d’Arrivo del GP Brasile 2015, dove era giunto ottavo: “lo pneumatico posteriore destro sulla vettura numero 19 non rispettava la temperatura massima del battistrada secondo quanto specificato dal fornitore ufficiale di pneumatici”.

Che si tratti di un errore o di una irregolarità tecnica poco cambia, e non sappiamo se la disastrosa partenza di Massa, che ha litigato con la monoposto per i primi giri del GP, sia legata al surriscaldamento oltre il limite tecnico di uno dei quattro pneumatici, cosa che non sorprenderebbe visti i pasticci fatti dalla Williams nel corso dell’anno in tema di gomme.

Il punto è che questa rilevazione è stata fatta prima della partenza, quindi i tecnici FIA sapevano della violazione prima dello start del Gran Premio.

La FIA ha ufficializzato la decisione sulla violazione solamente dopo la gara ed è un atteggiamento ipocrita ed inutile visto che, se si parla di sicurezza e rigido rispetto delle regole in materia di setup degli pneumatici (si era detto, dopo il “caso Mercedes” di Monza, che i Team avrebbero dovuto rispettare alla lettera le indicazioni Pirelli), non si deve permettere ad una monoposto irregolare di prendere parte al Gran Premio e, addirittura, di concluderlo dopo quasi due ore di gara.

La decisione è stata comunicata quattro ore dopo la partenza quando il dato “matematico” era in possesso dei Commissari sportivi prima dello spegnimento del semaforo, ed un dato relativo dalla temperatura, con tanto di indicazione-limite altrettanto chiara, non si presta a nessuna interpretazione.

Secondo i maligni per non privare il caloroso pubblico brasiliano del proprio pilota di punta dieci minuti prima del via.

Il risultato di una decisione così tardiva è stato l’ovvio appello che la Williams ha presentato alla FIA. 

Rob Smedley ha annunciato che i sensori presenti sulla monoposto hanno dato come ultimo valore prima della partenza una temperatura diversa (circa 104 gradi centigradi) e rigetta anche l’accusa dei Commissari sportivi che hanno contestato alla Williams di aver ecceduto la pressione-limite di 0.1 PSI.

L’Ingegnere di pista del pilota brasiliano ha parzialmente ammesso che la vettura fosse di 0.1 PSI oltre il limite, ma ha aggiunto che se lo pneumatico fosse stato realmente a 138 gradi centigradi la pressione registrata al suo interno avrebbe dovuto essere di almeno 2.5 o 3 PSI superiore.

Per questo motivo il verdetto del GP Brasile resta sub judice e, nel frattempo Grosjean sale ottavo, Verstappen nono e Maldonado decimo.

Indipendentemente da come andrà a finire resta l’ambiguità di una decisione tardiva e di una penalizzazione che non serve veramente a nulla e che anzi getta più di una perplessità sulla responsabilità dei Commissari sportivi che avrebbero mandato in pista una monoposto che sapevano essere irregolare.

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