Magari vedremo una 787B moderna. I Regolamenti li scrive chi mette i soldi.

Avremo mai una Mazda 787B moderna? Tutto è possibile, i Regolamenti li scrivono le Case che mettono i soldi.

Il ritorno di Mazda al Rotativo con il Concept presentato una settimana fa al Tokyo Motor Show 2015 ha stimolato la fantasia di molti e quel che penso sulla tecnologia rotativa in chiave moderna l’ho scritto qua.

Meno pragmatico ma comunque romantico il lavoro di GaazMaster Motorsport che ha immaginato così una ipotetica vettura di Classe LMP1-H firmata Mazda.

Il progetto grafico teorizza una erede della 787B vincitrice della 24 Ore di Le Mans 1991, fondendo gli elementi distintivi dello Sport-prototipo a quattro rotori con le linee moderne utilizzate dalle varie Audi, Porsche e Toyota.

Dopo la vittoria di Le Mans la tecnologia Wankel venne dichiarata fuori regolamento e tutt’oggi è vietata dalle normative FIA e ACO che regolano il Mondiale Endurance FIA WEC e la Grande Classica del Circuit de la Sarthe.

Perchè è vietata? Per farla semplice tra un motore rotativo ed un normale motore a pistoni la differenza può essere paragonata a quella tra i motori 2T e 4T. A Le Mans la 787B vinse spinta da un motore R26B omologato come 2.6 litri aspirato a quattro rotori, battendo le Jaguar 7.3 V12, le Mercedes V8 5.0 Turbo e le vecchie Porsche 3.2 flat-six Turbo.

Gli Ingegneri Mazda impostarono il motore a 700 CV per 608 Nm di coppia, ma assicurano che il propulsore fosse capace di 930 CV con limitatore spostato a 10.500 giri al minuto contro i 9.000 rpm scelti per questioni di affidabilità.

Per livellare le prestazioni e permettere ad un motore tradizionale di raggiungere gli stessi valori di potenza (soprattutto… peso/potenza!) avrebbero dovuto triplicare o quadruplicare la cubatura e questo avrebbe comportato costi ancora più elevati.

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La Mazda 787B, una delle Gruppo C più iconiche di sempre.

Molto più semplice tagliare fuori Mazda che obbligare Toyota, Porsche, Mercedes, Peugeot e tanti altri a riprogettare i propri motori, in un Campionato che già era in crisi e che venne chiuso e riformato 12 mesi più tardi.

Rivedremo mai un Wankel alla 24 Ore di Le Mans? Sono dell’idea che se Mazda si presentasse davanti a FIA e ACO con un piano di investimenti nell’ordine delle centinaia di milioni di euro il divieto crollerebbe a tempo record.

Accadde la stessa cosa a inizio anni 2000 quando il Gruppo Volkswagen mise in campo l’artiglieria per schierare il prototipo Audi con motore Turbodiesel e costruire la vincente strategia commerciale volta a pubblicizzare il motore stradale siglato TDI, beneficiando di Regolamenti tecnici decisamente più “morbidi” e favorevoli alle scelte tecnologiche del gruppo tedesco.

Se non fosse stato per il colossale impegno della Casa di Ingolstadt e per i francesi di Peugeot non avremmo mai avuto Regolamenti di quel tipo (motore Turbodiesel V12 contro Benzina aspirato V10 a parità di cubatura) e non avremmo mai visto vincere una vettura diesel. È sempre stato così nel Motorsport.

2T contro 4T, dicevo. Pensate ai Regolamenti ad hoc che vennero creati in MotoGP per far uscire di scena le 500, abbandonate nel 2002 (ad eccezione dei casi isolati Proton e Sabre) nonostante tecnicamente consentite fino al 2006. Le Grandi Case scelsero di puntare sul 4T e le Regole vennero riscritte.

Non solo il raddoppio della cilindrata, ma limiti di peso e di consumo che impedirono alle 500 di lottare alla pari e di confrontarsi con le 4T sfruttando i propri punti di forza.

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Una Gruppo C datata 2016.

L’affermazione di una tecnologia sull’altra è sempre stata condizionata dalle esigenze strategiche e commerciali imposte dalle Case che avevano più peso politico e finanziario all’interno di un Campionato.

Regolamenti tecnici favorevoli in cambio di impegni ufficiali, quindi approdo di sponsor, quindi soldi.

Per questo ritengo che la possibilità di una LMP1 Wankel Hybrid a Le Mans dipenda dalla volontà di Mazda più che dai Regolamenti. Cento anni di corse ce lo hanno dimostrato. Nel frattempo godetevi il rendering, che è uno spettacolo. E sognare è gratis.

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