E i Texani si incazzano. Ammettono i problemi organizzativi nel GP Stati Uniti, che sono stati più gravi di quanto possa essere sembrato da fuori, ma puntano il dito contro la F1.
All’opinione pubblica non piace nemmeno l’idea di dover versare 24 milioni di euro per ospitare la corsa in un Autodromo che non hanno ancora finito di pagare.
A parlare apertamente della difficile situazione vissuta ad Austin lo scorso fine settimana è Bobby Epstein, proprietario del COTA e promoter del GP Stati Uniti di Formula 1, sulle colonne del magazine texano Austin Statesman.
Il massimo Campionato del Mondo per vetture Formula si è dovuto scontrare con imprevisti che non dipendono da nessuno, se non da Madre Natura, ma se il Gran Premio degli Stati Uniti è stato tanto bello in pista quanto disastroso fuori la colpa è anche della componente umana e di una serie di decisioni che hanno aggravato ulteriormente la situazione.
Non solo: in Texas si cominciano ad avere dei dubbi su quanto convenga organizzare un Gran Premio tra i conti del Circuito ancora in rosso e la super-tassa da pagare a Bernie Ecclestone. Ma ciò che ha fatto veramente arrabbiare è stata la scelta di mettere il Messico una settimana dopo.
Innanzitutto è stata una questione di mentalità europea Vs. mentalità statunitense. Il Motorsport su asfalto bagnato non è concepito Oltre Oceano, mentre per noi è una cosa più che normale.
Anzi, ci sono piloti che hanno fatto di questa tipologia di gara un vero e proprio marchio di fabbrica, come britannici e scandinavi.
Lì le gare vengono annullate e rinviate. Immaginate cosa possa accadere nella loro testa quando ad un migliaio di chilometri si sta scatenando un Uragano tra i più potenti degli ultimi decenni.
Venerdì pomeriggio non c’erano oggettivamente le condizioni per girare, eppure il cervellone operativo della F1 ha atteso diverse ore prima di prendere una decisione. Situazione che si è ripetuta anche Sabato.
A rendere impossibile lo svolgimento delle Prove Libere non è stato solo il Meteo, ma anche la… mentalità, la legislazione americana, che vieta di lavorare accanto a strutture che potrebbero “acchiappare” fulmini.
Queste erano la Torre-simbolo dell’impianto e le tribune. Visto che il vicino Aeroporto aveva diramato un bollettino con questo tipo di allerta, i Commissari di percorso sono stati evacuati e riportati nelle strutture vicine al Paddock.
Ma veniamo a Sabato mattina. Dopo una lunga riunione tra FIA, FOM e COTA si decide di approfittare dell’attimo di tregua per far disputare il terzo turno di Prove Libere, Sessione che sarebbe potuta diventate determinante se fossero saltare le Qualifiche.
Nonostante ciò, il COTA aveva invitato il pubblico a non raggiungere l’Autodromo, a causa della critica situazione dei parcheggi, divenute autentiche paludi.
Tuttavia sono state centinaia le persone che, visto l’attenuarsi della pioggia, hanno raggiunto i cancelli del Circuit of the Americas dopo aver attraversato i terreni circostanti a piedi e aver percorso la strada che porta al Circuito sul ciglio della strada.

Questo ha dimostrato ancora una volta l’affetto che il Texas prova per la Formula 1 (e la MotoGP), cosa che non è affatto semplice trovare negli altri Stati.
Ma la passione non è servita: chi ha provato a raggiungere le Tribune si è trovato i cancelli chiusi. Perchè?
Il motivo lo spiega Bobby Epstein: i funzionari di pista hanno preso la decisione di ritardare l’apertura dell’impianto per concedere un turno di tregua a dipendenti e volontari che avevano lavorato al freddo e all’umido per tutta la giornata di Venerdì.
Questa può essere una decisione nobile per chi lavora, spesso gratis, ma confusa e irrispettosa nei confronti di chi era venuto ad Austin affrontando le medesime condizioni, magari dopo migliaia di chilometri di viaggio e pagando biglietti tutt’altro che economici.
Ed è dovuto restare fuori mentre le Formula 1, finalmente, guadagnavano la pista in un turno che si è poi rivelato spettacolare.
Il pasticcio è stato completato poche ore più tardi. Quando, finalmente, i cancelli del Circuit of the Americas sono stati aperti ed è stato consentito al pubblico di entrare, le condizioni Meteo erano nuovamente peggiorate e questo ha comportato l’annullamento delle Qualifiche.
Ci sono volute un paio di ore prima di prendere la decisione in via definitiva anche se era evidente a tutti: proprio per la situazione di profondo imbarazzo nei confronti del pubblico. Il problema è che l’impasse ha contribuito a crearne di ulteriore.

Arriviamo a domenica mattina. Il Meteo migliora, ma la situazione viabilità e parcheggi è ancora più critica, anche perchè sono attese circa 100.000 persone.
Per l’Organizzazione si rende necessario impiegare un numero ancor maggiore di Autobus e rivedere completamente il programma visto che le Qualifiche del Gran Premio si sarebbero disputate la domenica mattina. Per questo motivo vengono noleggiati altri quaranta Autobus dal Distretto Scolastico di Austin.
Sono stati moltissimi i fans che hanno deciso di usufruire di parcheggi privati lontani dal Circuito. Chi ha provato a parcheggiare all’interno della pista è rimasto bloccato nel fango.

Lo scenario che si è presentato domenica mattina è stato qualcosa di biblico, con migliaia di persone in mezzo alla strada intente a raggiungere i cancelli, costrette a camminare tra gli Autobus dato che le strade non hanno marciapiedi.

Il vero disastro si è materializzato nel post-gara quando ci sono volute un paio di ore per permettere al pubblico di uscire dall’impianto.
Essendo monzese la cosa non mi sorprende, ma gli americani sono abituati a vivere in spazi decisamente più grandi. E ad arrabbiarsi quando non ricevono servizi per i quali hanno pagato.
Il promoter del Gran Premio degli Stati Uniti ha messo nero su bianco i problemi organizzativi non solo legati al Maltempo e questo gli fa onore. Ma in Texas in questi giorni sta raccogliendo consensi il partito dei critici verso il GP.
Perchè se è vero che negli scorsi anni il GP ha portato entusiasmo e pubblico, è altrettanto vero che non si è ancora rientrati negli investimenti impiegati per costruire l’avveniristico impianto appaltato all’Architetto tedesco Hermann Tilke.
In particolare la politica e le autorità civili texane hanno puntato il dito contro i 24 milioni di dollari l’anno che Austin deve pagare al Circus di Bernie Ecclestone per avere la Formula 1 e contro la decisione di organizzare il GP Messico una settimana dopo il round di Austin.
Gli americani ritengono che questa scelta sia stata molto penalizzante per l’US GP anche per via del richiamo mediatico che sta avendo il GP Messico, dove si tornerà a correre domenica dopo 23 anni.
Questo, secondo il promoter Epstein, ha portato diverse decine di migliaia di visitatori in meno indipendentemente dal Meteo e, soprattutto, uno spostamento di interesse di molti Sponsor dal Texas al Messico.
A salvare la situazione ci hanno provato i piloti con una gara memorabile che ha assegnato a Lewis Hamilton il terzo Mondiale in Carriera. E anche Elton John, protagonista del concerto post-gara davanti a 40.000 persone.
Probabilmente dopo l’ultimo fine settimana la Formula 1 ha un nuovo problema e, si sa, gli americani sanno essere molto intransigenti, petulanti e severi quando credono che i propri diritti siano stati violati.
“So che molte persone dopo aver vissuto questa esperienza non vorranno più venire nè ad Austin, nè a vedere la Formula 1. Spero in futuro di riuscire a far loro cambiare idea“, parola del Gran Capo del Circuit of the Americas.