Quando chiami Honda per farti dare i motori e risponde la McLaren.

Le nuvole sul futuro della Red Bull Racing in Formula 1 sono più dense di quelle che hanno sabotato il weekend di Austin. Si è messa in mezzo anche McLaren: il possibile accordo con Honda è saltato per l’opposizione dei britannici. Che possono farlo.

Ieri le Red Bull ad Austin hanno dato l’ennesimo sussulto, poi la pista si è asciugata. La grande performance delle due RBR RB11 di Kvyat e Ricciardo negli Stati Uniti va ricercata in un setup Wet molto aggressivo utilizzato in Qualifica e mantenuto in gara per via delle regole sul Parco Chiuso (non si può cambiare assetto tra QP e Gran Premio).

Perchè quando l’asfalto del COTA si è asciugato le monoposto di Milton Keynes sono nuovamente andate in crisi e sono addirittura state scalzate dalle due Toro Rosso di Verstappen e Sainz. La buona notizia potrebbe essere quella dell’affidabilità della PU Renault, se non fosse che entrambe le squadre non avranno questa propulsione nel 2016. E che due settimane fa l’Ingegner Adrian Newey aveva sganciato la bomba sul possibile ritiro dalla Formula 1.

Sappiamo che Toro Rosso andrà su Ferrari. Red Bull? Nulla di nuovo all’orizzonte. La squadra di Chris Horner è ancora senza fornitore ma vale la pena aggiornare la situazione su un tema che terrà banco ancora per le prossime settimane. Poi sarà fatta una scelta e, dando per improbabile il ritiro dalla F1, l’unica via alternativa sembrerebbe essere quella della pace armata con Renault con la mediazione di FOM e FIA.

Sulla questione Red Bull è inutile buttare giù fiumi di inchiostro ogni due giorni. Come per ogni cosa, bisogna parlare quando ci sono novità, quando succede qualcosa, quando ci sono sviluppi. Ed è ciò che è accaduto attorno al GP USA, quindi vale la pena tornare sulla questione.

Parlavamo della proposta fatta da Honda alla Red Bull. La Casa giapponese aveva un contratto di esclusiva per fornire nel 2015 solamente la McLaren. Il piano e gli accordi con la Scuderia britannica prevedono la fornitura di una seconda squadra nel 2016 e di un terzo Team nel 2017.

Sono cose che sapevamo già da un anno. Inizialmente RBR aveva rispedito al mittente l’offerta anche se economicamente molto vantaggiosa, visto che Tokyo avrebbe ricoperto il ruolo di motorista gratuitamente, guardando alla fornitura come uno strumento per avere ulteriori feedback e sviluppare una PU competitiva e, magari un giorno, vincente.

Trovatasi senza futuro e senza margini di trattativa con Ferrari e Mercedes, Red Bull ha riconsiderato l’offerta Honda. Ma ecco il colpo di scena: Ron Dennis, CEO della McLaren, ha posto il veto. Ed è un suo diritto perchè il manager di Woking, da contratto, può scegliere quale altro Team in F1 corra con Honda. Insomma, Red Bull ha chiamato Honda e a rispondere è stata la McLaren.

A riportare il veto posto da Dennis nella nuova e improvvisa trattativa Red Bull – Honda è stato proprio il Boss della FOM, Bernie Ecclestone, che tra le lunghe pause temporalesche di Austin si è lasciato andare ai microfoni della Stampa internazionale. “Non sto accusando nessuno, questi sono i fatti”, ha detto Bernie. Ed è vero, com’è vero che egli stia lavorando costantemente per trovare un motore al nervosissimo Dietrich Mateschitzuno che in F1 investe centinaia di milioni di euro.

È l’ultima settimana di Ottobre e la teorica Red Bull RB12 è ancora congelata, quando dovrebbe essere finita da un bel pezzo, perchè manca il motore. I vertici Mercedes hanno posto il veto, Ferrari ha offerto le PU con trattamento clienti ed è stata scartata, Renault si è rifiutata di collaborare dopo due anni di dichiarazioni quasi diffamatorie e acquisterà la Lotus, oggi sappiamo ufficialmente che Honda vorrebbe dare i motori gratis ma McLaren lo impedisce. Questo è tutto.

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