Bravissimi tutti e quattro. Marquez, Lorenzo, Iannone, Rossi. Il GP Australia 2015 di Phillip Island sarà una gara che racconteremo ai nostri figli, un Gran Premio che entra di diritto nei migliori momenti della MotoGP. In un Campionato teso, incerto e straordinario, il Circuito del Victoria ci consegna la gara più bella dell’anno.
Una menzione particolare la merita Andrea Iannone per una infinita serie di motivi. Ha lottato dal primo all’ultimo metro. Oggi era disposto a tutto e a farne le spese è stato anche un gabbiano, distrutto a testate dal numero 29 e dal cupolino della Desmosedici. Prendere un oggetto dal peso di 1/2 kg sul casco, a quella velocità, non è proprio un toccasana, ma oggi non sarebbe stato un volatile a fermare la corsa di Iannone.
Risultato reso ancor più pesante dal ruolino di marcia che Ducati aveva a Phillip Island dopo l’addio di Casey Stoner: l’ultimo Podio era datato 2010 (ed era una vittoria, ovviamente). Poi solo delusioni.
E a dare ancor più valore all’impresa di Iannone è l’ordine d’arrivo delle altre Desmosedici: per trovare un’altra Ducati dobbiamo scendere fino alla 12esima e 13esima posizione, con Danilo Petrucci che precede un Andrea Dovizioso che non deve assolutamente cancellare il weekend che ha passato. Qualcosa nel box del numero 04 non ha funzionato già da prima che la sua GP15 venisse tolta dai cavalletti il venerdì mattina. Bisogna capire cosa, e anche in fretta, perchè la seconda metà di Mondiale è stata un grosso passo indietro rispetto ai risultati dei primi GP. Trenta secondi di distacco sono un grado di ufficiale in più sulla tuta di Iannone ma uno smacco terrificante per tutti gli altri, Dovi in primis.
Cosa resterà di questa Phillip Island? Probabilmente i ricordi che avremo di questo Gran Premio saranno condizionati da ciò che accadrà dopo Valencia.
Marc Marquez ha ricordato a tutti perchè è il due volte Campione del Mondo in carica e perchè quest’anno non è riuscito a confermarsi: è troppo veloce. L’ultimo giro di Jorge Lorenzo sarà sicuramente decisivo per il Titolo: nel caso in cui dovesse vincere il Mondiale diremmo che è stato bravo ad accontentarsi, nel caso in cui dovesse perderlo che ha regalato un secondo tondo a Marquez lasciando per strada altri punti.
Stesso discorso per Valentino Rossi: quella di oggi è stata una gara di velocità pura, con passo gara competitivo nonostante la bagarre, e il nove volte iridato è arrivato quarto. Anche i più praticanti fans del numero 46 sanno che VR non è il pilota più veloce della MotoGP. Se a Valencia dovesse vincere il Titolo questo sarà stato il Mondiale della maturità, della costanza e dell’esperienza, probabilmente il più gustoso ed incredibile della sua Carriera. Se dovesse perdere diremmo che, alla fine, ha vinto il più veloce.
Andrea Iannone? Cosa dire di Andrea Iannone. Se n’è fregato di tutto e tutti. Colleghi e gabbiani. Sicuramente avrà letto con dispiacere le migliaia di commenti negativi con annesse minacce che sono arrivate via Facebook per “aver fatto perdere punti a Rossi”. Era successo anche con Pedrosa, ma lì qualcuno si era celato dietro al “nazionalismo”. Ora c’è di mezzo un italiano su moto italiana. Ma chissenefrega, appunto.
Sono episodi che non vanno certo ignorati, ma ai quali non vale la pena rispondere (tanto meno farlo tirando in mezzo i piloti che queste bestie sostengono di supportare, sui piloti non si scherza indipendentemente dal loro nome) perchè nulla hanno a che vedere con il Motociclismo che piace a noi, che abbiamo praticato e che ci ha fatto crescere. Nulla hanno a che vedere con lo spettacolo clamoroso che abbiamo visto a Phillip Island.
Un pilota che corre nella situazione di Andrea Iannone deve vivere di lampi, di momenti, di emozione e di obiettivi che si materializzano una curva dopo l’altra. Ad ogni costo. Quel doppio sorpasso su Rossi e Marquez alla curva Lukey Heights, perfetto mix di talento, sfrontatezza e arroganza, è stato da lacrime. Se Phillip Island 2015 oggi è una gara che racconteremo ai nostri figli un merito straordinario ce l’ha il tamarro di Vasto.