Pedrosa è un vincente. Con una bella Storia che non interessa a nessuno.

Daniel Pedrosa fa cinquanta. Cinquanta vittorie nel Motomondiale per un tre volte Campione del Mondo ed uno dei piloti più vincenti di sempre. Sì, avete capito bene.

Il vincitore del Gran Premio del Giappone MotoGP è un pilota che pochi mesi fa stava per ritirarsi. Ma non importa a nessuno.

A cosa serve Dani Pedrosa in Honda? Mi chiedono. A parte vincere qualche gara ogni anno, piazzarsi costantemente sul Podio quando lui e la moto stanno bene e a portare quei punti che, a fine anno, danno lustro e gloria al Costruttore nelle Classifiche iridate, intendete?

Il Mondiale Piloti è storicamente un affare del compagno di squadra, innegabile. E che compagni ha avuto il buon Dani? Casey Stoner e Marc Marquez, probabilmente le gemme di puro talento più cristalline della MotoGP.

Ne manca uno. Il momento più difficile per lui fu a ad Estoril nel 2006 quando stese Nicky Hayden in lotta per il Titolo. Per fortuna sua, della Honda e di Kentucky Kid l’americano vincerà il Mondiale la gara dopo a Valencia.

Si pensava che negli anni a seguire sarebbe stato il piccolo Pedrosa, all’epoca appena 21enne, a vincere il Titolo. Non è stato così e probabilmente non lo sarà mai, eppure… per un motivo o per l’altro Pedrosa è ancora in HRC e Hayden, dopo due anni atroci con Aspar, concluderà la Carriera in Superbike con Honda Ten Kate. È un dato di fatto, senza offesa nè per Hayden (uno dei miei piloti preferiti) nè per la Superbike (che preferisco alla GP per una lunga serie di motivi) nè per il Ten Kate (probabilmente il miglior Team privato che ci sia).

Trovatemi un altro pilota in grado di correre dieci anni a questo livello e a queste condizioni, mantenendo gli equilibri del Team senza mai una parola fuori luogo e mai una polemica.

È vero, oggi ci sono più gare, ma Daniel Pedrosa è l’ottavo pilota più vincente di sempre nella Storia del Motomondiale. Cinquanta vittorie e il terzo posto tra i piloti ancora in attività dietro a Valentino Rossi (112) e Jorge Lorenzo (60), una in più di Marc Marquez.

Uno che è in MotoGP da quando ha 20 anni ma che per arrivarci si è fatto la gavetta da protagonista, vincendo tre Titoli Mondiali consecutivi tra 125 e 250.

Uno “non degno di guidare una HRC”, secondo alcuni, uno “che non potrà mai vincere”, secondo altri. I Leggendari Mick Doohan e Phil Read di vittorie ne hanno ottenute rispettivamente 54 e 52 e, va bene, accetto ogni tipo di obiezione.

La verità è che Pedrosa paga il non essere personaggio. Ma cosa dovrebbe fare un pilota, a parte il pilota? Ignorato dai Media e, all’occorrenza, trattato come una sorta di piccolo, debole e sfortunato uomo rimasto bambino, probabilmente certa Stampa sarebbe riuscita a farlo passare come un problematico cavaliere sociopatico se avesse fatto almeno un anno in lotta fino alla fine.

Nel dubbio qualche insulto è riuscito a prenderselo a causa di piazzamenti “scomodi”, come se i piloti dovessero scansarsi per far vincere altri.

Ieri in Giappone ha vinto un pilota che a inizio anno ha rischiato di chiudere la Carriera a causa di un infortunio, di una patologia, di un male che i piloti conoscono bene e che lui aveva nella forma più grave e ormai quasi cronica. Se l’è portata dietro un anno e mezzo prima di dire al Mondo “scusate, ma non ce la faccio più a correre, mi opero ancora di sindrome compartimentale e tornerò solo se sarò certo di essere guarito”. Un anno e mezzo di dolore e gare concluse stringendo i denti, senza piangere e senza mandare qualcuno a lamentarsi al posto suo.

Se lo sono scordati tutti? Non è mediatico, non è personaggio, non è rispettato per quello che è, ovvero un pilota. Oggi si celebra la vittoria di Pedrosa come uno che “finalmente ha onorato il contratto”, uno che “ha fatto il suo dovere”.

Ma è solo perchè certa Stampa e certi Media, inflazionati e drogati, non hanno un personaggio da sfruttare, una storia da vendere. Non hanno interesse a celebrare un pilota che ancora vince nonostante una carriera fatta di fratture e infortuni, un pilota che nella gara più importante per l’immagine della Honda batte in rimonta due Yamaha e vince per la prima volta dopo aver rischiato il ritiro dalle corse solo pochi mesi prima.

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Eppure è una bella Storia, un bel capitolo in questa MotoGP sempre piena di tifo, polemiche e veleni. Il problema è il soggetto: un tizio del quale non importa niente a nessunoCome Alex De Angelis, ricoverato in Ospedale da ieri e del quale in TV non c’è notizia. Forse perchè non c’è il Video dell’incidente.

E smettetela di trattare Pedrosa, quando volete parlarne bene, con toni compassionevoli. Come se fosse un piccolo, uno sfortunato, un debole. Per essere ancora lì, dopo dieci anni e dopo esserti fratturato tutto il fratturabile, devi essere un pilota che tra serbatoio e sella ha due coglioni fuori dal comune.

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