Sei Giorni Enduro, Slovacchia. La nazionale francese trionfa nella ISDE più controversa di sempre davanti ad Australia e Spagna, Italia quarta. Azzurri a podio tra gli Junior.
Alla fine ce l’hanno fatta. Il team Francia, trascinato da Loic Larrieu, si è imposto alla Sei Giorni per la quarta volta consecutiva. Le polemiche sono state tante e non sono ancora finite, ma nell’albo d’oro della ISDE quello dei transalpini è il nome che apparirà.
L’Australia, seconda, ha deciso di considerare sè stessa vincitrice morale, rifiutandosi di salire sul podio assieme ai francesi. La Spagna, terza, è stata a guardare la vicenda dall’esterno e ha agguantato una posizione sul podio, sempre positiva.
Noi non vogliamo tornare nel merito della questione, anche perchè ci sono ottime ragioni sia per considerare l’Australia vincitrice legittima, sia per considerare tale la Francia, ma quel che è certo è la pessima gestione della situazione da parte della Federazione Internazionale.
L’Italia si è piazzata al quarto posto finale nonostante la poca fiducia riposta nella Nazionale prima del via. Alcuni dei nostri migliori rappresentanti non sono stati schierati, ma la prova di onore e coraggio da parte dei piloti in gara non può essere negata.
Il migliore dei nostri è stato Oscar Balletti, perfino commovente per la forza dimostrata sul fango nella quinta giornata. Il terzo posto finale nella E3 è il coronamento di una Six Days corsa sempre all’attacco, senza mai risparmiarsi. Bene anche Monni, Manzi, Mori e Bresolin, costantemente nelle posizioni di vertice nella classifica assoluta.
Una nota di merito va a Davide Guarneri, che in Slovacchia ha debuttato come endurista e non ha di certo sfigurato; qualche difficoltà più che comprensibile nelle linee e sui terreni viscidi, ma con la prima piazza assoluta nella manche di cross è arrivata la rivincita.
Mancata la tripletta di cui ormai sentivano il sapore, gli australiani possono consolarsi con le vittorie tra gli Junior e nel Trofeo femminile. Nel Vaso d’Argento gli Aussie non hanno avuto rivali e hanno trionfato in solitaria davanti a Svezia e Italia. Bravi gli azzurrini, che, partiti in sesta posizione, hanno saputo recuperare mostrando tenacia e voglia di combattere.
La vittoria individuale è finita nelle mani di un imprendibile Ryan Sipes. Lo statunitense, ex fortissimo pilota di supercross, ha trovato un degno rivale in Daniel Milner, ma nemmeno l’australiano è riuscito a tenere il ritmo e ha concluso con un ritardo di 43”, comunque pochi se si considera che il crono totale delle sei giornate di gara ammonta ad oltre quattro ore.