Sei Giorni Enduro, Slovacchia. Colpo di scena: riammessi i piloti esclusi, la Francia balza al comando e una grande Italia finisce quarta.
Cominciamo facendo chiarezza sugli eventi di mercoledì, terza giornata di gara della Six Days 2015. Il fatto che ha provocato il gran putiferio è stato il salto di un controllo a timbro e la conseguente squalifica di otto piloti, tutti rider appartenenti alla fascia alta della classifica: David Knight, Manuel Monni, Marc Bourgeois, Taylor Robert, Cristobal Guerrero, tanto per citarne alcuni.
Saltare un controllo a timbro è qualcosa di non particolarmente strano, anche se non è usuale, soprattutto da parte di professionisti. Ciò che ha dato fuoco alle polveri, però, è stato che il motivo di tale errore di navigazione pare essere stata una cattiva segnalazione del percorso da parte dell’organizzazione. Errore che, d’altra parte, non avrebbe potuto nemmeno essere rimediato, dal momento che le caratteristiche dei sentieri avrebbero reso troppo pericoloso tornare sui propri passi e riprendere la retta via.
Noi non siamo in Slovacchia e possiamo affidarci solo a ciò che viene riportato da chi è presente, ma pare proprio che la decisione presa inizialmente dalla giuria internazionale FIM fosse assolutamente antisportiva. Non perchè andasse contro al regolamento, anzi, ma perchè lo applicava in maniera fin troppo rigorosa. E’ prassi, nel mondo dell’enduro, eliminare nel limite del possibile le penalità inflitte ai piloti quando esse siano evidentemente causate da qualche pecca dell’organizzazione.
Conseguenza della decisione (provvisoria) dei giudici FIM era stata di fatto l’esclusione dalla lotta per la vittoria, o per il podio, delle squadre di Stati Uniti, Francia, Spagna e Gran Bretagna. In tutto ciò, l’Italia saltava dalla quinta alla seconda posizione. Sarebbe stato facile dire: “Meglio, saliamo sul podio”, ma non sarebbe stato giusto, non è così che le gare si dovrebbero decidere.
La questione assume ancor più dell’incredibile dal momento che il verdetto della giuria era, come detto, provvisorio. Ufficialmente i ricorsi da parte delle nazioni coinvolte erano stati lasciati in sospeso, in attesa di essere ripresi in mano e soggetti ad una nuova valutazione alla fine della settimana e, per i giorni di gara restanti, i piloti squalificati avrebbero continuato a correre, ma fuori classifica.
Fino ad oggi. Finalmente, al termine della quinta giornata di gara, la giuria FIM ha deciso di riammettere i piloti esclusi. La classifica così è stravolta: la Francia balza al comando e la Spagna si insedia in terza posizione. Australia seconda, Italia quarta. Queste le posizioni aggiornate.
La lotta per la vittoria finale però non è del tutto chiusa. Francia e Australia ora sono separate da due minuti. Non sono molti, ma recuperare un distacco simile con una sola giornata a disposizione, per di più con la sfida di cross, sarà un’impresa ardua. Ma mai dire mai, gli australiani in questa specialità sono estremamente competitivi e potrebbero riservare qualche sorpresa.
Pure il terzo gradino del podio, occupato dalla Spagna, non è così al sicuro. Il distacco è equivalente a quello tra i primi due Team, e tra i caschi rossi c’è qualche discreto crossista, quindi vietato darsi per vinti.
La prestazione odierna dei nostri connazionali ad ogni modo è stata eccezionale. Cinque dei nostri piloti si sono classificati entro la 26^ posizione assoluta, occupata da Matteo Bresolin. Oscar Balletti oggi è stato semplicemente incredibile: quarto assoluto e primo di classe E3, vincitore della speciale di apertura.
Eccellenti anche le performance di Monni, Mori e Manzi, rispettivamente quindicesimo, diciassettesimo e diciottesimo. Davide Guarneri è stato l’unico a incontrare difficoltà, 53° assoluto, a causa del fondo reso insidioso dalle pioggie di ieri. Ricordiamo che il bresciano ha debuttato come endurista proprio in questa Sei Giorni!
Amara la soddisfazione per la giusta decisione della giuria, a detta di alcuni “aiutata” dal peso della componente francese all’interno della federazione, dal momento che le maglie azzurre perdono due posizioni, ma quando i nostri piloti danno una simile prova di forza non si può non essere orgogliosi. Il tempo complessivo della squadra italiana, oggi, è stato secondo solo a quello del team francese, guidato da un Larrieu indemoniato.
Tra gli Junior non si registrano cambi al vertice. L’Australia la fa da padrone e allunga inesorabilmente sulla Svezia, ormai distante quasi quattordici minut. Migliora l’Italia di Spandre, Marchelli, Bruschi e Pavoni, che sorpassa Gran Bretagna e Francia e si porta sul podio provvisorio, con le sole manche di cross ancora da disputare.