Vediamo una volta per tutte di mettere le cose in chiaro: la differenza tra Spider e Cabriolet, tra Roadster e Spider, tra Spider e Targa, riscoprendo anche concetti dimenticati come quello di Barchetta.
Ascoltando questa puntata capirete quanto il Marketing automotive abbia corrotto la terminologia e contribuito a creare confusione: ci sono tante auto che portano nel nome qualcosa che non sono. Dall’altro lato, l’informazione di settore non si è mai opposta a questo fenomeno, anzi lo ha avallato, supportato, ma del resto da chi ha basato una intera carriera copiando paro paro le cartelle stampa diffuse dalle Case, che ti aspetti?
Cominciamo! Partiremo con le carrozzerie oggi meno diffuse, alcune addirittura scomparse, fino ad arrivare a quelle relativamente più comuni.
Roadster.

Una vettura tipo Roadster è un’automobile con tetto rimovibile ma priva dei vetri laterali. La differenza più grande tra una Roadster ed una Cabriolet era proprio questa. Era, perchè oggi questa tipologia di carrozzeria è caduta in disuso e il termine Roadster viene utilizzato per auto scoperte a due posti secchi, spesso di provenienza Tedesca o in genere dell’Europa Centrale.
La vettura Roadster è apribile o chiudibile con un tettuccio in tela o altro materiale leggero, ma le paratie laterali restano scoperte. Insomma, non ha il finestrino. Tra le iconiche Roadster del passato ricordiamo la Ford Model A 40B e la Triumph TR3A. Tra le vetture moderne possiamo considerare “vera Roadster” la Caterham Seven, ma solo la variante con parabrezza.
Barchetta.

Le auto barchetta hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell’automobilismo e nelle competizioni. Si intende Barchetta un’automobile priva del parabrezza. Il pilota e il passeggero possono essere protetti al massimo da un frangivento, ma scordatevi il vetro, il tetto e i finestrini.
Vetture tipo barchetta sono ancora in produzione ma riservate ormai ad una nicchia di appassionati: Radical Cars, KTM X-Bow, Ariel Atom sono auto con carrozzeria tipo barchetta, così come la Caterham Seven (derivata dalla Lotus degli anni ’70) senza parabrezza. Ricordiamo anche la piccola Renault Spider, sportiva francese di metà anni ’90 offerta con frangivento anteriore.
Bellissima tralatro, era un giocattolino con il motore quattro cilindri 2.0 aspirato montato centralmente di derivazione Clio RS. Altra auto che sembrava non volesse nessuno e che oggi per mettertela in garage devi impegnare cifre paragonabili ad una manovra finanziaria di un paese del terzo mondo.
La Fiat Barchetta, prodotta anch’essa in quel periodo, in realtà non era una barchetta, ma una Spider. Ma c’è una curiosità che legittima la scelta commerciale di Fiat: ai tempi esisteva la Barchetta Cup, monomarca riservato alla due posti italiana, e le auto in gara non avevano il parabrezza.
Oggi l’auto barchetta più famosa dovremmo conoscerla bene noi italiani, perchè è la Dallara Stradale. Attenzione, questa bellissima vettura viene prodotta a Varano de Melegari, in provincia di Parma, sulle rive del Ceno, in tre diverse tipologia di carrozzeria.
La barchetta, quella senza tetto nè parabrezza, quella vera per quanto mi riguarda, poi c’è una versione con il solo parabrezza, che rientra nelle vetture Roadster, ed in versione coupè, con parabrezza e tetto chiuso, o meglio, si tratta di una cellula di vetro con apertura ad ali di gabbiano, perchè nessuna delle tre versioni è provvista di portiere.
Spider.

Eccoci alle Spider, la tipologia di auto sportiva scoperta più diffusa. Per Spider si intende un’automobile due posti e con il tetto apribile. Due posti, tenetelo a mente. Una vettura senza tetto con 4 posti non può essere considerata Spider, nemmeno se il costruttore decide di presentarla con questo nome o se lo trovi scritto in un articolo.
In molti casi le Spider sono vetture che nascono senza il tetto e il loro telaio è progettato per garantire rigidezza, prestazioni e divertimento senza dover apportare modifiche progettuali allo chassis.
Al giorno d’oggi il termine Roadster è stato affiancato a Spider, anche se storicamente non sarebbe proprio corretto, come abbiamo visto.
Alcuni esempi di auto Spider e Roadster oggi in produzione, per tutte le tasche: Mazda MX-5, BMW Z4, Porsche 718 Boxster, Ferrari 296 GTS e la Jaguar F-TYPE. La MX-5 non è cabriolet signori miei, lo dico ai proprietari di una certa età che assiepano i Forum sull’Internet, che mi spiace ma sono dei veri e propri casi patologici, qualcuno doveva pur dirlo quindi eccomi qui.
Targa.

Le auto Targa sono una ulteriore finezza. Stiamo parlando di automobili con carrozzeria a metà tra una Coupè e una Spider. Sulle vetture Targa il tettuccio è asportabile e può essere sia di tela, sia in materiale rigido. Le vetture Targa sono riconoscibili dalla struttura centrale in cui è posto il rollbar, che fa parte del telaio, o sarebbe meglio dire scocca, della vettura. Le auto Targa puntano a garantire la rigidezza di una vettura ad abitacolo chiuso con la possibilità di asportare la porzione di tetto che non svolge funzione portante.
Queste alcune auto Targa più note: Lotus Elise, Porsche 911 Targa, Alfa Romeo 4C Spider…o Spidertarga.
Hai presente la Tesla Roadster? Fu la prima automobile prodotta da Elon Musk, aveva il telaio della Lotus Elise, al quale avevano messo le pile stilo. Quindi era una Targa. Si chiamava Roadster, ma era Targa. Quindi Tesla iniziò subito con il piede sbagliato.
Ah, menzione d’onore per una delle vetture targa di più recente concezione, ovvero la Mazda MX-5 RF, anche lei è dei nostri in questa speciale categoria. Che, sì lo dico, è la mia preferita per quanto riguarda le auto scoperte.
Come esempio di auto alla quale il costruttore ha dato un nome sbagliato, pensateci un attimo. Ci state pensando? Facciamo come nei programmi della RAI per bambini dove il conduttore si rivolge ai bimbi, gli lascia 10 secondi per pensarci e poi gli dice ma braaaavo hai indovinato. Ecco io spero abbia indovinato…
Si tratta della SMART Roadster. Sì, la Smart Roadster non era Roadster, era una vettura tipo Targa. Tralatro sarebbe stata anche una macchinina interessante se non le avessero montato il cambio delle barbie. Peccato.
Cabriolet.

Ed eccoci alle Cabriolet, o Convertibili. Le automobili con carrozzeria Cabriolet sono auto con tetto apribile ricavate da automobili tipo Berlina o Gran Turismo. Sono auto che nascono con il tetto e che, successivamente, vengono modificate dai Costruttori, che rinforzano alcune parti del telaio sia per motivi di sicurezza, sia per motivi di prestazioni, avendo la struttura che è è stata rimossa funzione portante.
Le Cabriolet si differenziano dal resto delle altre auto per differenze estetiche molto evidenti: hanno i sedili per due passeggeri o il divanetto posteriore e possono avere addirittura quattro porte. Alcune Cabriolet possono nascere già così e avere il tetto rigido ripiegabile (Cabrio-Coupè).
Alcuni esempi di auto Cabriolet note a tutti: BMW Serie 4 Cabrio, le MINI Cabrio e la Ferrari Portofino (ottimo esempio di Cabrio-Coupè, visto che questa 4 posti che porta il nome della nota località ligure ha una struttura ripiegabile con azionamento automatico completamente rigida e, da chiusa, sembra quasi una coupè).
Casi particolari due auto molto lontane tra loro: La Fiat 500 Cabrio (una Semi-convertibile, mantenendo la struttura del tetto ma sfoggiando i sedili posteriori) e la Porsche 911 Cabrio (derivata dalla Coupè 2+2, mantiene un piccolo spazio per due passeggeri, quindi rientra tra le Cabriolet).
I Fuoristrada più iconici, come per esempio il Jeep Wrangler con soft top, rientra tra le Cabriolet, così come lo sono i vecchi Suzuki SJ e Samurai, e il Jimny terza serie prodotto fino al 2009, disponibile anche Cabrio.
Ultimamente sono usciti anche dei SUV o robe del genere senza tetto e sì, rientrano nella categoria Cabrio ma non ho intenzione di nominarli.
Questa è la differenza tra le varie tipologie di auto con il tetto apribile o asportabile. Non sono differenze banali, perchè dietro ad ogni termine c’è una scuola di pensiero, una storia progettuale, una tradizione che ci lega al passato e ai pionieri dell’automobile.
Le cose bisogna chiamarle con il loro nome. Le parole sono importanti.
Vedete, quello che vi ho raccontato oggi è incredibile se pensate che le prime automobili erano scoperte. Eh sì, la maggior parte delle prime automobili prodotto dalla fine del 1800 all’inizio del 900 erano scoperte, non avevano il tetto, non avevano le paratie laterali e nemmeno il parabrezza. Del resto parlavamo di macinin che andavano meno di un cavallo, nel senso dell’animale, che in galoppo le avrebbe arate, quindi non erano nemmeno necessarie protezioni di quel tipo. In caso di pioggia sarebbe bastato un ombrello.
I tetti in tela e le coperture flessibili arrivarono nei primi anni del 900 e comunque erano destinate a vetture di alta gamma. Insomma, una carrozza trainata dai cavalli era quasi più confortevole in caso di intemperie.
La produzione di carrozze in acciaio destinate alle automobili cominciò a divenire effettivamente “in serie” a partire dagli anni 20 del 900, e qui la situazione si ribaltò: le auto completamente scoperte sparirono progressivamente dal mercato, le auto “chiuse” divennero la maggioranza e le auto con soluzioni “convertibili”, iniziarono a rappresentare la soluzione per il mercato del lusso. Bizzarro eh?
Già, e Magari un giorno vi parlerò delle auto con il tetto chiuso, come sono chiamate e cosa sono in realtà: anche lì ce ne sarebbero di cose da dire…