GP Australia, Red Bull sempre al limite. Ma il nuovo muso fallisce il Crash Test.

Red Bull RB11 senza il nuovo musetto al GP Australia. Il pacchetto tecnico non supera il Crash Test FIA e non può essere usato a Melbourne.

A Milton Keynes sfidano i limiti, ma questa volta non è andata bene.

La monoposto di Adrian Newey e Rob Marshall correrà il primo GP del 2015 senza l’evoluzione del muso anteriore, pensato più corto proprio a partire dal GP di Melbourne.

Il processo di nascita della Red Bull RB11 è stato lungo e intenso, tanto che la monoposto è arrivata in extremis ai Test di Jerez de la Frontera superando il Crash Test FIA poche ore prima del debutto in pista.

Dopo aver girato con la livrea camouflage sia a Jerez, sia a Barcellona, Red Bull Racing ha svelato la monoposto definitiva a Test conclusi. Ma a Melbourne era in programma la prima innovazione. Che non arriverà.

Doccia fredda per la Red Bull, che contava di spedire il nuovo materiale oggi in direzione Melbourne. L’obiettivo era far girare le RB11 con il muso accorciato, ma la nuova struttura non ha superato il Crash Test FIA in quel di Cranfield. La sezione non ha superato l’ultimo Crash Test anteriore ed è stata bocciata dalla Federazione Internazionale.

Questa tendenza ad arrivare all’ultimo minuto utile per omologare le innovazioni tecniche, spesso dopo bocciature e mancati superamenti dei Crash Test FIA, può significare due cose: totale confusione o progetto molto estremo.

Si tratta probabilmente della seconda opzione: Red Bull Racing deve fare i conti con una Power Unit che Renault sta evolvendo ma che resta molto lontana dalla Mercedes e, per questo, deve giocarsi tutto su quel che la Factory di Milton Keynes può fare, lavorando su telaio, aerodinamica e distribuzione delle componenti. Renault, come Ferrari, ha preferito giocarsi i gettoni di sviluppo nella seconda metà del Campionato.

Del resto già nel 2014 la Red Bull si era rivelata monoposto strana, a volte competitiva e poco equilibrata, capace di exploit nonostante la scarsa potenza a disposizione.

La RB10 girava molto scarica aerodinamicamente per compensare il gap prestazionale del V6 Turbo, situazione che mise in crisi Sebastian Vettel e regalò alcune grandi gioie a Daniel Ricciardo, unica “macchia” nel dominio di Hamilton e Rosberg.

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