Sabato notte, a Las Vegas, è andata in scena la quarta edizione della Monster Energy Cup, la sfida milionaria organizzata al Sam Boyd Stadium dal colosso degli energy drink. Come da tradizione il tracciato è stato disegnato da The Goat, Ricky Carmichael in persona, e univa caratteristiche delle piste di Supercross e di quelle outdoor: curvoni veloci, lunghi rettilinei, salti da paura e niente sessione di whoops.
Essendo il 2015 alle porte, la MEC è stata un gustoso assaggio della stagione che scatterà tra poco più di due mesi in California. In queste ultime settimane il rimescolamento di piloti e team è stato notevole. I cambiamenti illustri sono stati quelli di Davi Millsaps, che va in Kawasaki a tappare il buco lasciato da Villopoto; Ken Roczen, assente a Las Vegas, lascia la Ktm per tornare al suo primo amore, la Suzuki, con il team RCH; Justin Barcia da una svolta alla sua carriera e passa al team JGR Yamaha; Dean Wilson sostituisce Roczen in Ktm; Josh Grant sale sulla “nuova” seconda moto del team TwoTwo di Chad Reed.
Un paragrafo a parte merita la controversa situazione di James Stewart. Bubba si è presentato in gran forma in Nevada e la sua RmZ 450 era pronta sotto il tendone Yoshimura con la tabella numero 1. A poche ore dal via però è saltata di nuovo fuori la questione Doping, che già aveva minato la sua serenità durante il campionato National. Dall’ente WADA (World Anti Doping Agency) è arrivato il NO e James non ha potuto far altro che limitarsi ad assistere alla manifestazione, facendo il tifo per suo fratello Malcolm.
Ma veniamo alle gare. I main event sono tre, ognuno della lunghezza di dieci passaggi. Parte la prima finale e scatta davanti a tutti Trey Canard. Dietro di lui il giovane Justin Hill (Ktm), Justin Barcia, Davi Millsaps, Eli Tomac e Blake Bagget (Suzuki). Con il passare dei giri Canard non molla e allunga sugli inseguitori. Hill tiene botta alla grande e la seconda posizione è salda nelle sue mani. Le posizioni di rincalzo vedono Tomac recuperare fino al quarto posto; Barcia perde terreno e si trova sesto. Canard vince così il primo dei tre round davanti proprio a Hill e poi a Millsaps
. Il secondo main event pare essere la fotocopia di quello precedente. La prima metà di gara è guidata da Canard, ancora davanti a Justin Hill e a Davi Millsaps. Al settimo passaggio, il neo acquisto Kawasaki sorpassa Hill e si lancia all’inseguimento del leader. Poco più tardi, complice il rimescolamento di posizioni dovuto alla Joker Lane, una variante lunga del percorso obbligatoria per ogni pilota in un giro a scelta, Millsaps si trova in testa. Con due tornate ancora da percorrere, Davi, che non ha ancora percorso il tratto “Joker” prova ad allungare su Canard. Gli ultimi metri sono un vero thriller. Millsaps ha un vantaggio di un paio di secondi, tenta il tutto per tutto e si lancia nel percorso alternativo a velocità folle; Canard approfitta della linea più veloce e lo affianca. La questione si risolve con la caduta di Millsaps per eccesso di foga. Canard fa due su due e inizia a sognare la tripletta che significherebbe un premio di un milione di dollari! La top 4 di manche è completata da Hill, Tomac e Millsaps, che perde ben tre posizioni
. Arriva la resa dei conti. Il favore del pronostico è ormai per Trey Canard, dominatore della serata fino a questo punto. Il pilota Honda non sbaglia un colpo e centra ancora una grande partenza: non è Holeshot, ma è comunque secondo dietro alla Kawasaki di Millsaps. I primi giri vivono la sfida tra i due contendenti alla vittoria. Verso metà gara però c’è il colpo di scena. Canard, nel tentativo di non perdere un metro dall’avversario, sbaglia e centra in pieno rettilineo una balla di paglia posta a delimitare il tracciato. Inevitabilmente perde il controllo della moto e vola a terra. Addio milione. Riparte in sesta piazza, alle spalle di Malcolm Stewart. Sfumata la possibilità di una tripletta, resta aperta la sfida per la vittoria Overall contro Millsaps. Poco più tardi anche quel sogno si infrange. In un disperato tentativo di recupero, Canard azzarda un improbabile sorpasso su Stewart, lo tampona e finisce di nuovo a gambe all’aria. Millsaps vince, davanti a Tomac, Dungey e Anderson. La Monster Energy Cup è sua!
Davi Millsaps è, in quattro anni, il quarto diverso vincitore: succede a Ryan Villopoto (2011), unico a centrare il bersaglio grosso e il jackpot da un milione di dollari, Justin Barcia (2012) e James Stewart (2013). Il montepremi per il vincitore, non autore della tripletta, è di soli, si fa per dire, centomilla dollari. Comunque una discreta consolazione. Con questo risultato, Millsaps conferma quanto di buono fatto vedere nella stagione Supercross 2013, quando aveva lungamente conteso il titolo a sua Maestà Villopoto. Per il 2015 sicuramente sarà nella ristretta cerchia dei Top Rider.
C’è però stato chi dallo stadio di Las Vegas è uscito con la coda tra le gambe. I titoli di Delusione della serata vanno meritatamente a Justin Barcia e Ryan Dungey. Il primo, da poco il sella alla Yamaha, ha ottenuto due mediocri sesti posti nelle prime due gare, per poi essere coinvolto in una caduta in partenza nel main event finale, concluso al sedicesimo posto: la posizione nella combinata è la nona. Forse il feeling con la moto nuova non è al top, ma da Bam Bam ci si aspetta decisamente di più. Chi non ha la scusante della moto è Ryan Dungey. Il pilota del Minnesota raccoglie un terzo posto come miglior piazzamento, abbinato ad un quinto e ad una misera ottava piazza nella frazione d’apertura. Per uno che ambisce ad essere considerato tra i favoriti al titolo Supercross, un quarto posto finale, non è abbastanza, oltretutto dietro ad un rookie, Tomac, e ad un pilota che rientra dopo un anno e mezzo di inattività, Millsaps.