ASTON MARTIN VANQUISH. PROVA DELLA LUSSUOSA SUPERCAR BRITANNICA CON MOTORE V12.
Aston Martin Vanquish più IN FULL GEAR, tutto questo per #IFGJustDrive. La prima Supercar protagonista su IFG. La Recensione, il Test, la Prova.
Una stupenda esperienza che corona un Sogno e pone IFG davanti a nuovi traguardi, nuovi obiettivi, etc etc. Ma adesso vi parlo di Lei. Aston Martin Vanquish V12. O meglio, New Vanquish.
Sì, perchè Vanquish è un nome che la Casa inglese di Gaydon ha rispolverato nel 2012 dopo che la prima serie, datata 2001-2007, venne sostituita dalla bella DBS.
È Aston Martin stessa ad introdurci alla perfezione la propria creatura. Che cos’è? È una Supercar? È una Gran Turismo? No, è una Super Gran Turismo.
La nuova Vanquish è una sostanziale evoluzione della DBS, dalla quale si differenzia notevolmente dal punto di vista della tecnica e dei materiali utilizzati, mentre come design raccoglie l’eredità della One-77, esagerata Coupè da 750 cavalli che venne prodotta nel 2009 in appena 77 esemplari.
Il telaio è un monoscocca in alluminio che accoglie anteriormente il motore V12 6.0 Aspirato, soluzione che balza subito all’occhio in virtù del maestoso cofano, massiccio e allungato dal propulsore longitudinale e dal grosso radiatore frontale. Davanti alle ginocchia del passeggero non c’è il vano portaoggetti: il Libretto di Uso e manutenzione è stipato nel bagagliaio posteriore, in maniera tale da poter dar più spazio alle gambe.
Questo ciò che dicono in Aston Martin. A me, da romantico dell’Ignoranza votata alla Performance, piace pensare che non sia stato possibile ricavarlo per colpa dell’ultimo cilindro della bancata.
Un gruppo termico enorme che ci regala 573 CV di potenza e 620 Nm di coppia. La trasmissione ed il cambio, Touchtronic II Six Speed con convertitore di coppia, sono invece collocati in posizione centrale/posteriore e la trazione è affidata esclusivamente all’asse posteriore.
Entriamo nell’abitacolo. Una volta aperta la portiera, con maniglia a scomparsa, entro nella Vanquish con una buona agilità nonostante l’altezza di 1 metro ed 88 centimetri che mi porto a spasso. La prima sensazione una volta seduto nell’accogliente sedile avvolgente è quella di una qualità sopraffina nelle componenti, nei materiali, nell’assemblaggio complessivo, con pelle cucita maniacalmente e cuciture volutamente vistose per esaltarne l’artigianalità ed il fattore “hand built”. Hand Built in England, questa scritta sulla targhetta del battitacco.
Alla mia destra c’è una plancia realizzata in fibra di carbonio, sportiva ed elegante, nella quale è incastonata la strumentazione ed il Menù di Gestione di Navigazione, Aria condizionata, Riscaldamento Sedili, Radio, MP3, Bluetooth e quant’altro. I tasti sono fisici ma di tipo Touch: non rientrano, ma sono sensibili al tocco. Anche le luci a Led interne rispondono con lo sfioramento della mano, mentre la Regolazione elettronica dei sedili (con memoria a tre posizioni) è posta sul lato del Tunnel.
È tutto straordinario, compreso l’impianto Audio Bang & Olufsen con Casse che spuntano dal cruscotto una volta avviata la Multimedia Station.
I comandi del Cambio sono anch’essi inseriti nella plancia in carbonio, posti nella parte alta: quattro bottoni P, N, R e D, tramite i quali (premendo il pedale del freno) possiamo selezionare la Modalità Parcheggio, Neutra, Retromarcia e Dinamica.
La Folle è inseribile anche utilizzando le Levette in carbonio poste dietro al volante e ancorate allo sterzo: basta tenerle premute entrambe verso di noi e attendere l’ingresso della “N”. Ideale per quanto volete tirare qualche sgasata da fermi…
Nella parte bassa troviamo altri bottoni: il più interessante è quello “LC”, con tanto di Bandiera a scacchi. Sì, è il Launch Control per spremere al massimo cambio, trasmissione e controllo di Trazione e sfruttare i cavalli della nostra Vanquish cercando di coprire lo 0-100 nel minor tempo possibile. Che è di 4.1 secondi verificati, per la cronaca.
Per accendere l’auto bisogna inserire la Chiave nella Plancia: la chiave diventa un pulsante “On”, e il V12 che ho davanti a me prende vita. Il rombo è subito esaltante: Gran Turismo o Supercar? Dentro mi sento comodo, anche se basso, ma la posizione di guida è un compromesso tra Performance e Quotidianità con tendenza all’uso tutti di tutti i giorni. Ma il rombo… Beh, è un V12 6.0 Aspirato. È il grido di un’auto che vuole essere spinta, spremuta, esaltata. La voce di una Supercar.
Lascio Milano per dirigermi a Casa, in Brianza. Tolta dai miei polsi e dal mio piede destro un po’ di emozione, resto subito colpito dal feeling straordinario che la vettura riesce a darmi. Poco meno di un’ora più tardi sono nella mia Terra, punto il musone con dentro il V12 su Montevecchia e vado a bermi il Caffè delle 11.30 con nelle orecchie il grido di un motore che mi supplica di buttare dentro una marcia dopo l’altra.
Parcheggio il mezzaccio in Paese e mi compiaccio: è davvero bella, è straordinariamente bella. È ignorante, è elegante. Piace a tutti. È come una donna inarrivabile che sa di essere bellissima e quasi te lo fa pesare. È quella dell’Agente 007. Sì, tanto che ad una anziana signora che mi chiede informazioni sulla Britannica mi presento come James. Lui ha la licenza di uccidere, io quella di scannare.
Andare in giro con un’auto da circa 300.000 euro con quelle Specs ti fa sentire meglio? Insomma.
Il risveglio dopo il Day 1 non è dei migliori. Anche peggio di quello dei vicini, svegliati dalle mille manovre sfoggiate alle 4:20 del mattino per parcheggiarla in Garage. Provo un po’ di angoscia, ansia da prestazione, troppa attenzione nei miei confronti.
Voi magari pensate stia esagerando, ma è così. Il giorno in cui vi troverete in un Centro storico lombardo, in piena ZTL, con l’obiettivo di uscire senza dare nell’occhio e decine di ragazzi che urlano e si agitano perchè vogliono sentire il V12… capirete. Per esempio.
Così come quando realizzerete che a certi uomini piacciono le Automobili e a certe donne… i soldi con i quali gli uomini comprano le Automobili.
Erano passate poco meno di 24 ore e questo Test non lo stavo vivendo benissimo. Ma dopo altrettante ore capisco che si trattava semplicemente di quell’ansia da prima volta, tutto qui.
E comincio a godermi anche gli aspetti più secondari: proprietari di Locali che mi fanno parcheggiare nel loro garage convinti sia un giovane miliardario, parcheggiatori che mi seguono con una torcia in mano illuminandomi la via e ai quali sono pure costretto a sganciare la mancia per non sembrare avido. E poi un sacco di altre cose che non si possono dire.
Il Day 2 comincia alla grande e la mia Avventura continuerà per giorni alla grandissima: punto il musone sul Lago di Lecco e porto a termine 300 km di gioia pura. Vi dico solo che mi facevano male i piedi… rende?
Sospensioni su Sport, Mappatura su Sport e Cambio Sequenziale: ammetto di non aver osato troppo con i controlli su OFF perchè se sono arrivato fino a qui e… se sono arrivato fino ad oggi, è perchè ho un approccio molto rispettoso e serio nei confronti dei mezzi che guido.
Non mi sentivo pronto a guidare sui Passi un V12 da quasi 600 cavalli e TP senza Controlli (senza Controlli davvero, OFF esclude qualsiasi cosa anche in caso di emergenza), così non mi sono cimentato in quello che sarebbe potuto rivelarsi un suicidio e la fine di una Carriera.
Mi sono affidato un bel po’ all’elettronica. Ma ho spinto, eccome se ho spinto. E mi sentivo spaventosamente a mio agio. Credo che chiunque abbia una minima idea di come si guidi un’automobile possa portare senza problemi una Supercar moderna.
Ciò che ci differenzia da chi sostiene che l’elettronica non serva, dai tamarri e dalle scimmie è la capacità di tenere l’auto in un vago punto di corda e capire dove, come e quando andare a certe velocità. Dove, come e quando toccare il pedale del freno. Altrimenti non c’è Software che tenga: il primo Platano sarà tutto vostro.
L’erogazione della Vanquish è quella tipica di un aspirato, ma senza vuoti. Non c’è bisogno del Turbo per avere Coppia motrice, c’è un altro metodo: mettere Dodici cilindri e una cubatura di Sei litri. Tenetevi il vostro stramaledetto Downsizing.
Si può andare in giro già tra i 2.000 ed i 3.500 giri, aiutati dal fatto che a livello di Sound il motore regala il meglio di sè a questi regimi, con una particolare sensazione di “silenzio assoluto” tra i 1800 ed i 1900 giri: il fascino delle Valvole degli scarichi, che diventano aggressive e melodiche in Modalità Sport, restando aperte anche in fase di rilascio, mentre si chiudono in Modalità Normal, consegnandoci un veicolo che in materia di spostamento dell’aria se la giocherebbe con una Prius.
I consumi non sono certo da Ibrida. Affrontiamo la questione solo perchè so che volete sapere quanto consumi un V12 nelle mie mani dopo aver conosciuto ed apprezzato la Teoria di IFG sui Consumi: tutte le auto consumano minimo tra i 7 ed i 10 km/l.
Beh, io mi riferivo ad automobili normali. Cosa che la Vanquish non è. Nel mio shakedown in montagna ho spremuto la Signora di Gaydon fino ad un parziale sui 20 chilometri di 68 litri per 100 km. Nell’utilizzo allegro e quotidiano viaggiavo sui 21 litri ogni 100 km.
Ma ho provato anche a fare un Test Ecologico: ho trovato un percorso pianeggiante, ho chiuso le Valvole e ho inserito il Cambio automatico. Sono riuscito a vedere i 10 litri ogni 100 km, ovvero 10 km/l. E chiudiamo questo capitolo, perchè chi compra una Vanquish non ha problemi di Benzinaio.
E poi sarebbe incredibilmente triste far finta di avere un’automobile normale quando normale non è. Si vive una volta sola e, se sei riuscito a mettere le chiappe su una Supercar, è bene che tu possa godere ogni singolo istante della tua giornata.
L’unica situazione che mi spingerà ad utilizzare la modalità “Silenziosa” è quando non vorrò (più) farmi sentire/vedere dopo aver combinato qualcosa…
L’erogazione del V12 di Gaydon è progressiva, armoniosa, musicale… lunga, in virtù di una rapportatura a sei velocità che predilige l’atteggiamento da Gran Turismo. Per tirare una marcia su strada dobbiamo assicurarci di avere l’orizzonte libero, altrimenti inizia a diventare difficoltoso.
E sul Lungolago, tra una Galleria e l’altra, la goduria è ai massimi livelli: un’auto che sovrasta il sound delle Superbike italiane, tedesche e giapponesi, con segni di approvazione da parte dei motociclisti.
Eppure la velocità non è certo la dote più grande della Vanquish. L’assetto è molto sportivo, lo sterzo comunicativo, le sospensioni rigide: ciò che percepisco al volante non è un risultato di feeling auto-pilota raggiunto grazie a soluzioni che prediligono la performance, bensì grazie all’adozione di tecniche raffinate che, del resto, si fanno pagare.
Per capirci: negli ultimi mesi mi sono specializzato sulle compatte sportive. Ho guidato Renault Clio RS e Megane RS, Ford Focus ST e Fiesta ST, Peugeot 208 GTi, Alfa Romeo Giulietta QV e Mito QV, più altre auto dello stesso segmento “per i fatti miei”, passando per un paio di Lotus ed una 4C.
Questo Test mi ha catapultato un un Mondo completamente diverso e la mia Anima ha vagato per un migliaio di chilometri in un Girone Infernale fatto di Ideologie Costruttive per le quali ancora dovevo essere forgiato.
La cosa che mi ha spiazzato della Vanquish è stata la capacità di farmi capire di che dimensioni fossero le venature dell’asfalto neutralizzando le asperità. È come se annullasse quei colpi che non voglio sentire sulla schiena, concedendomi invece quelle turbolenze necessarie per capire la strada.
D’altra parte soffre di un sottosterzo che non mi aspettavo nelle curve a basse velocità: è un aspetto domabile e mai improvviso, prevedibile con dei buoni riflessi e godibile grazie alle “scodate” che la mia bella britannica tira per riportare l’asse in corda.
Il risultato è una Super Gran Turismo aspirata ma muscolosa, potente, bella da sentire e da guidare. Una vettura che si porta a spasso una lunghezza ed un peso non di poco conto (1739 kg) ma che, grazie ad una cura maniacale nella realizzazione di un pacchetto che potesse fondere performance e comfort, regala al guidatore un’esperienza di guida quotidiana e paradisiaca.
Cambiare e scalare con i grossi paddles in carbonio dà la stessa sensazione di cavalcare un Unicorno bianco tenendolo per le orecchie. Non che l’abbia mai fatto, credo, ma avete presente quando percepite la sensazione di aver già fatto una cosa che in realtà appartiene solo al vostro inconscio? Ecco.
La Vanquish è un’auto che può essere utilizzata tutti i giorni senza problemi, ma vi sconsiglio la Città o tragitti fatti di velocità irrisorie e frenate frequenti e docili: avrete seri problemi con l’impianto frenante Carboceramico. Perchè? Frena anche da freddo ma fino a che non entra in temperatura fischia terribilmente…
Il Mondo è tra le tue mani. Tutto ciò che ho sempre desiderato fare: se ti svegli spocchioso puoi andare in giro a specchiarti tra le vetrine dei negozi, se ti svegli aggressivo puoi lanciarti tra le Colline e sentirla gridare.
Rabbia, Ignoranza, Eleganza, Stile: tutto in 4 metri e 70 centimetri, tutto avvolto da un vestito in Carbonio scelto non tanto per esigenze di peso, quanto proprio per motivi di Stile.
In Aston Martin hanno ammesso che il materiale composito è stato scelto perchè si prestava meglio al modellamento delle linee, in particolar modo per quanto riguarda lo splendido Lato B. Il risparmio di peso è di soli 6 kg, il risultato estetico straordinario.
Non credo che la Vanquish sia la Supercar che comprerei, ma sicuramente sarebbe nel mio Garage se avessi l’opportunità di acquistarne due o tre.
Quella da usare tutti giorni, quella per andare a fare la spesa (c’è il bagagliaio e, per un 24enne single come me, è immenso), quella per portare fuori la donna a cena, quella per andare in vacanza, in pista… tutto, puoi farci tutto.
È incredibile come i Costruttori si spremano le meningi per fare le Citycar quando basterebbe fare una Super Gran Turismo con un V12 nel cofano. E non parlo della Cygnet, sto davvero parlando di questo velocissimo Gigante da poco meno di 300.000 euro.
Se dopo questa Recensione credete che la Vanquish sia la vostra eterna metà, la vostra compagna di vita, il giocattolo che fa per voi, non vi resta che diventare Ricchi.
Ed entro poco tempo visto che la futura Generazione di Aston Martin sarà equipaggiata con motori ed elettronica Mercedes AMG, ovvero dei V8 Biturbo. Che saranno velocissimi e validissimi, per carità, ma che non suoneranno come questo V12.
E nel caso già lo siate… beh, che ve lo dico a fare? Fatevi un giro a Milano da Aston Martin Italy, ha una discreta offerta e un discreto showroom. Dite che vi mando io.
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