Bimota 500 Vdue, il sogno proibito dei motociclisti

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Bimota 500 Vdue, fu l’unica moto stradale derivata completamente dalle Competizioni. Più precisamente dal prototipo “Tesi V-due” con il quale Bimota avrebbe dovuto partecipare alla 500GP del 1993.

La Casa italiana fallì nel Marzo del 2001, lasciando come ricordo più bello la “500 Vdue”, datata 1998 e prodotta in 340 esemplari.

Il motore era un bicilindrico a V 90° da 500cc, funzionamento a due tempi, alesaggio 72 x corsa 61,25 mm, dotato di 135cv a 10500 giri nella versione più Evoluta (“Evoluzione Corsa”), mentre nel complesso la Vdue pesava 184 kg in ordine di marcia (150 kg per la versione Evo Corsa non omologata).

Il tutto montato all’interno del telaio a sezione ovale in lega d’alluminio, con forcella anteriore da 46 mm a steli rovesciati e completamente regolabile in estensione, pressione e precarico, mentre il forcellone era bibraccio con monoammortizzatore anch’esso regolabile in ogni aspetto.

La versione stradale e targata scatenava 110 cavalli a 9000 giri al minuto per un peso in ordine di marcia di 184 kg.

Venne commercializzata sia a carburatori, con due Dell’Orto 39 VHSB, sia con un sistema di iniezione elettronica molto ambizioso e troppo poco sviluppato per l’epoca, manifestando così problemi di affidabilità e perdite d’olio.

Il cambio era di tipo estraibile, soluzione straordinaria che ci aiuta a capire la natura del progetto originale.

Uscita definitivamente di produzione nel 2005, chiudendo l’Epoca delle 2 tempi di grossa cilindrata.

Oggi, manco a dirlo, rimane il sogno proibito di migliaia di motociclisti.

Foto Bimota 500Vdue


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