Molti di voi appassionati di Road Racing avranno probabilmente sentito parlare della Paton. Per chi invece non la conoscesse, è una casa motociclistica milanese fondata nel 1958 da Giuseppe Pattoni e Lino Tonti, che rilevando alcune moto alla chiusura del reparto corse Mondial fece la sua fortuna, trasformando in bialbero alcuni motori monoalbero della Mondial 125.
Nacque così la prima Paton, moto su cui Mike Hailwood concluse in settima posizione il TT e conquistò la vittoria al Circuito di Silverstone, sempre nel 1958.
Nel 1960 la collaborazione fra i due termina, e Lino Tonti esce dal progetto Paton, che continua a vivere grazie a Giuseppe, detto “Pep”. Nel 1964 grazie ad una moto 250cc la Paton debutta nel motomondiale, ed è Alberto Pagani a salire sul podio del TT, in terza posizione. Angelo Bergamonti invece vince il Campionato Italiano Seniores davanti a Giacomo Agostini nel 1967.
È da qui purtroppo che inizia la parabola discendente per la casa milanese, complice anche una moto, la V90BM4, poco competitiva, la casa decide di prendersi una pausa dalle competizioni. Nel 1994 viene presentata la C10/1, 4 cilindri per 500cc, moto dal buon potenziale, come infatti dimostrano i buoni piazzamenti ottenuti nella stagione 1995. Nel 1997, la IRTA gli nega il diritto di partecipare, considerandola poco competitiva.
Nel 2000 e nel 2001 riescono ad ottenere diverse wild card nel motomondiale, prima con la PG500R poi la PG500RC (190 cv a 12800 rpm, in 135 kg di peso) ma nel 2002 arriva la completa estromissione dalle gare.
La Paton non si ferma e nel 2004 inizia a produrre la replica della 500 bicilindrica del 1968, moto che grazie a Ryan Farquhar torna a correre al Manx GP, ottenendo un secondo posto nel 2006, la vittoria nel 2007 e di nuovo nel 2011, dove rifila ben due minuti al diretto inseguitore.
Ma la Paton non smette di stupire: si presenta ad EICMA 2013 con una moto, la S1, che a soli 7 mesi dalla presentazione a pubblico e stampa, dopo aver ricevuto l’omologazione ed aver iniziato la produzione (dalle 50 alle 100 moto l’anno), torna sul Mountain, nella classe Lightweight.
La Paton S1 è stata costruita attorno al motore Kawasaki 650 bicilindrico che equipaggia le ER-6N della casa giapponese, racchiuso in un telaio tubolare saldato a mano. La scelta di questo propulsore non è casuale, somigliando infatti al classico bicilindrico 500 Paton: 2 cilindri paralleli, doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, fasatura a 180° e cambio estraibile.
Per quanto riguarda invece il reparto sospensioni troviamo una forcella convenzionale all’anteriore e due molle al posteriore, che le danno sì un look retrò, ma dal punto di vista prestazionale e tecnico sono costruite con la miglior componentistica possibile per ottenere il massimo. Le ruote a raggi e la linea orizzontale che accomuna codone e serbatoio completano i richiami alle storiche moto della casa milanese.
Dal modello di serie al modello che ha corsooggi ci sono poche differenze, tra cui pinze freno Brembo racing e cerchi in magnesio Marvic, oltre che una leggera preparazione del motore, atta a raggiunge un centinaio di cavalli, che andranno a muovere i 145 kg della moto.
La Paton S1 affidata al team inglese Flitwick Motorcycle e guidata dal giovane Oliver Linsdell rientra dopo 50 anni dalla prima apparizione della Paton nella classe Lightweight del 1964, guidata appunto da Alberto Pagani. Oliver è figlio d’arte: suo padre Steve infatti vanta numerose presenze al TT e Manx GP.
Con la Paton ha partecipato sia al Manx GP, con la replica del modello bicilindrico 500 del 1968, sia all’edizione del Centenario del Tourist Trophy nel 2007 con la Paton PG 500 RC TT nella classe Senior.
Oliver ha debuttato sul circuito dell’isola di Man in occasione del Manx GP del 2007 vincendo nella categoria Ultra-Lightweight ed è stato inoltre vincitore della prima edizione del Classic TT nel 2013 in sella alla Paton BIC 500 iscritta dalla squadra corse CMM.
Le prime sensazioni ottenute in seguito alle prove confermano la bontà del progetto in termini di leggerezza, agilità e ovviamente prestazioni. Già dopo le prove di venerdì 31 maggio Oliver arrivava al terzo posto assoluto completando due giri ad una media di 116,226 mph e toccando la velocità massima di 158mph (254 km/h).
Ma è durante la Bikenation Lightweight Race di oggi che queste impressioni diventano finalmente realtà, con un ottimo sesto piazzamento finale al debutto sul Mountain.
Nel paddock la Paton S1 ha attirato l’attenzione di molti appassionati grazie al suo sound ed alla linea che richiama la Paton bicilindrica 500 che corre (e vince) nelle gare classiche.
Foto: al centro Roberto Pattoni (figlio di Giuseppe Pattoni, co-fondatore insieme a Lino Tonti), alla sua destra Oliver Linsdell e alla sua sinistra Paolo Biraghi. Credit to iomtt.com, Credit to “Peter Callister Sports Photography“.