AMA Supercross, Arlington: Stewart segna la doppietta, Villopoto giù dal podio

Stewart-color

La tappa di Arlington è la settima prova del campionato AMA Supercross 2014 classe 450, mentre è la prima per la classe 250 East Coast.

Qui in Texas è James Stewart a dominare la serata, mettendo a segno un fantastica doppietta, che mancava per lui da ben tre anni.

Ryan Dungey scatta più veloce di tutti alla prima curva, ma dopo pochi metri Stewart si fa sotto e si prende di forza la leadership, che non mollerà fino al traguardo.

Dietro i primi due il gruppetto è formato da Barcia, Roczen, Brayton e Villopoto, quest’ultimo autore di una partenza non brillante.

Passano i giri e gli inseguitori si scambiano spesso di posizione; la lotta è coronata da un’azione a dir poco spettacolare di Barcia, che dopo aver risposto ad un sorpasso di Roczen, mette la moto piatta su un triplo con uno scrub incredibile. Justin si riprende così il terzo posto, che manterrà fino alla bandiera a scacchi.

Al suo inseguimento si lancia Villopoto, che con una rimonta non troppo convincente riesce a mettersi dietro Brayton e Roczen. Con un ritmo non certo da primato, il Ryan in verde non riesce ad agganciare la Honda numero 51 e deve accontentarsi del quarto posto.

A far esplodere i fuochi d’artificio sul doppio finale è quindi James “Bubba” Stewart, con la Suzuki #7, davanti a Dungey, finalmente veloce, e Barcia, anche lui in grado di cancellare il ricordo delle ultime gare, non troppo positive.

Villopoto mantiene naturalmente la tabella rossa e allunga su Roczen, qui solo sesto; ma è Stewart che inizia a far paura: si porta a due soli punti dal tedesco della Ktm, e a quattordici lunghezze dal leader.

Perde tre posizioni lo sfortunato Chad Reed, costretto ad uno “zero” per l’infortunio della scorsa settimana.

Nella finale delle 250 East si assiste ad un dominio incontrastato delle Kawasaki Pro Circuit del team di Mitch Payton.

A vincere la prima di campionato è il rookie  Adam Cianciarulo, che si mette dietro i ben più esperti Bagget e Davalos, in quest’ordine.

Commenti

commenti