Lorenzo si inchina solo a se stesso

lorenzo assen guerriero

Ad Assen in sella alla Yamaha M1 numero 99 non c’era un pilota, c’era un monumento. Jorge Lorenzo sembrava destinato a rientrare nella migliore delle ipotesi per il GP di Germania in programa tra due settimane al Sachsenring, e invece è ricomparso subito al TT Circuit dopo l’operazione-lampo alla clavicola sinistra, fratturata in maniera scomposta nel corso delle FP2 del giovedì pomeriggio.

Un mix di coraggio e “droga” che ha fatto discutere, ma che si è materializzato per volontà del pilota e per concessione della Direzione Gara. Il sabato olandese di Lorenzo era iniziato subito con quel Warm Up da brivido che lo aveva proiettato 8° a poco più di 3 decimi dal leader, il compagno Valentino Rossi.

Il Campione del Mondo si era concesso anche qualche parziale da record nei primi settori dopo una notte insonne passata a provare i movimenti necessari per ottenere lo status di “Fit” da parte della Commissione Medica.

“Oggi ho avuto molto coraggio, come ne ho avuto a farmi operare subito, a poche ore dalla caduta. Non sono un eroe, gli eroi sono altri, ma sono orgoglioso perchè è stata la gara più difficile della mia carriera, soprattutto all’inizio quando ho sorpassato otto piloti partendo 12° e dovevo caricare tutto il peso il fase di staccata”.

Il momento più duro è stato la seconda parte del GP, quando il dolore ha iniziato a farsi sentire: “dal settimo giro in poi ho iniziato ad avere problemi in frenata e nei cambi di direzione, non riuscivo a muovermi bene sulla sella. Più del quinto posto non avrei potuto fare, ma sono felice così: ho perso soltanto due punti da Pedrosa. Sono contento per Rossi e Crutchlow che hanno portato le Yamaha sul Podio, in particolare lo sono per Valentino: si meritava una vittoria dopo anni difficili”.

Lorenzo è ancora in partita, complice anche l’incapacità di Pedrosa nel concretizzare il primo “Set Point” della Stagione, ma saranno decisive le prossime settimane e sarà fondamentale presentarsi negli Stati Uniti già in grado di lottare per la vittoria: mancano tre settimane.

Commenti

commenti

1 Comment

  1. Peccato non avete citato una dichiarazione a paolo beltramo dove parlo gli diceva -Sei un eroe, come quelli dei vecchi tempi- e lui – no io non sono un eroe, gli eroi sono le persone che non arrivano a fine mese, a me pagano per fare questo- Un campione si vede the molti gesti, se è forte, veloce spericolato o meno ecc… ma Jorge si può dire che non è solo un Campione, ma anche una grande persona. In questi mondi, si trovano solo semplici esaltati. COMPLIMENTI LORENZO

Comments are closed.