Stavolta ho voluto fare il bravo e non vi ho anticipato nulla nel titolo. Anzi, stavolta voglio fare il menoso e vi rivelerò solo all’ultimo come è finita questa storia. Certo che quella Kawasaki verde dovrebbe farvi venire un dubbio, no? E allora sedetevi che incomincio…
Storia che inizia una sera di febbraio, ad Anaheim, in California, più precisamente nel bellissimo Angel Stadium, come sempre organizzato alla perfezione per l’evento.
Le danze si aprono con le qualifiche (quelle che lasciano un po’ il tempo che trovano per misurare i valori assoluti in campo), che vedono Justin Brayton avere la meglio, andando in ordine, su James “Bubba” Stewart, Ryan Villopoto, Ryan Dungey, Kevin Windham (ovazione e segno della croce alla lettura di questo nome) e un attardato Chad Reed.
La nostra storia continua districandosi tra Heat1 e Heat2 che vedono come vincitori rispettivamente Dungey e Villopoto, passando per un doveroso incidente di, indovinate chi, Bubba Stewart che, come volevasi dimostrare, non ha ancora imparato a rimanere in piedi per un periodo di tempo che superi il giro di orologio, vanificando di fatto tutti gli incoraggiamenti che noi stessi nella gara precedente gli avevamo fatto. Così impara a non ascoltare i consigli di IN FULL GEAR. La caduta comunque non lo scalfisce neanche un po’. Stewart è uno serio, mica una femminuccia isterica, e si rimette in piedi sia per correre la Heat2 che ovviamente il Main event.
E veniamo ordunque a questo gran finale, che tutti aspettate trepidanti.
Lo spunto migliore in partenza è quello di Justin Brayton che, dopo l’ottima prestazione delle qualifiche, sembra intenzionato a dimostrare di che pasta è fatto. Pasta dura, anche se in questo campionato ancora non lo ha dimostrato.
Peccato che il suo momento di gloria giornaliero duri pochi istanti. Non fa in tempo a sbagliare una curva che viene castigato da Willo e Reed, riuscendo comunque a mantenere la terza posizione davanti a piloti più blasonati come Millpas e Stewart.
Quest’ultimo senza fare troppi complimenti passa sia Millaps che Brayton
Tutto sembra scorrere placido e tranquillo, con il Rosso Malpelo che viaggia su tempi molto alti e costanti (circa mezzo secondo a giro sul suo diretto inseguitore) e Stewart abbastanza staccato da Reed. All’appello manca(va) solo Dungey (non ce lo siamo scordato) che,partito come la volta scorsa a centro gruppo è costretto nel rimontone, salvo trovare qualche difficoltà con Millaps, difficoltà che tuttavia non dura troppo a lungo.
Nel frattempo Stewart, con estremo coraggio, proprio nel punto dove nella Heat1 era bellamente caduto in terra, riesce a passare il suo rivale Reed, piazzandosi così al secondo posto.
Questavolta è Villopoto a gestire la gara con tutta tranquillità, rallentando di più di un secondo al giro fino alla bandiera a scacchi.
Queste dunque le posizioni finali del nostro racconto: Villopoto, Stewart, Reed e Dungey (con un ritardo di 17 secondi dal primo). Ulteriormente staccati troviamo gli altri due protagonisti di questa gara: Brayton in quinta posizione e Millaps in settima. Fra loro (ovazione e segno della croce) Windham l’highlander.
La classifca a questo punto così recita: Willo a 108 punti, subito inseguito da Reed a 105 e Dungey a 103 (dai ca**o!); poco più staccato, a causa delle cappellate iniziali, ma in netta ripresa, Stewart con 95 punti. Poi, a distanza abissale, splende la luce dell’ Javier Zanetti del Supercross (perdonatemi per la seconda volta in due articoli) seguito da tutti gli altri.
Come volevasi dimostare un campionato sempre più aperto e sempre più equilibrato: Villopoto e Reed sicuramente i due più costanti, con un Dungey in leggera flessione (più che la posizione a preoccupare sono i tempi delle ultime due gare, anche oggi nettamente inferiori rispetto ai rivali) e un James Stewart sempre più lanciato nella rincorsa al vertice.
C’era da aspettarselo che a spartirsi il bottino sarebbero stati questi quattro e, visto il sostanziale equilibrio, e visto l’abbondante numero di gare al termine, non ci resta che preparare i popcron per questa stagione incandescente.
VIDEORIASSUNTO GARA
CLASSIFICA GENERALE AMA SUPERCROSS
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