Racconterà il Mondiale Supermoto 2012 ai lettori di INFULLGEAR. Classe 1990, fresco Campione Europeo, pilota della Nazionale di Categoria, rivelazione del 2011: Teo Monticelli, Team Honda Freccia, arrivato nel Motard quasi “inevitabilmente”.
Rivelazione del 2011, nella scorsa stagione ha letteralmente dominato il Campionato Europeo e, in forza delle sue ottome prestazioni, è stato convocato a indossare la Maglia Azzurra al Trofeo delle Nazioni dove ha dimostrato di aver definitivamente raggiunto la maturità agonistica, portando a termine due splendide manches.
Maturazione che non riguarda solo la prestazione pura, ma come ci spiega Teo stesso è anche e soprattutto mentale.
Il marchigiano si appresta in questi mesi a debuttare in pianta stabile nel mondiale, dopo l’apparizione del 2007 col team HM Giletti Assomotor.
No, non ci sono errori nella sua biografia: niente minicross in giovane età, niente gare prima dei suoi 14 anni, vediamo perchè.
IFG: Teo, parlaci del tuo inizio di carriera: come e perchè ti sei appassionato al mondo delle moto, e in particolare al motard? Come ti sei avvicinato alle corse?
Teo: “Io non sono il solito crossista che si è successivamente appassionato al motard, la mia inizialmente è stata una scelta (quella del motard, Ndr) un po’ obbigata: ho iniziato ad andare in moto seguendo mio padre che è un grande appassionato, lui andava a girare il sabato e la domenica quando era libero dal lavoro ed io lo accompagnavo sempre, mi sono subito appassionato alle moto quindi mio padre mi ha comprato una minimoto usata per insegnarmi come funzionava.
Andavo con lui il sabato e la domenica a girare ed ero una peste: mio padre mi faceva il pieno e finchè non finiva la benzina non mi fermavo mai, poi lui mi veniva a recuperare (di solito sempre nel punto più lontano dai box) con la tanica, ero matto!
Andai avanti così fino a 11 anni quando, per un salto preso male, caddi e mi ruppi malamente la caviglia sinistra, il referto diceva: “esplosione dell’astragalo con conseguente spostamento dei frammenti di osso”, questi frammenti hanno poi rotto anche il malleolo tibiale e altre tre ossa sotto la caviglia.
Fatto sta che ho camminato per 6 mesi con le stampelle (che a 11 anni non è molto carino) e dopo un anno siamo andati a chiedere il parere del dottor Costa, mi detto che mi stavo riprendendo benissimo ma che non sarei più potuto salire su una moto.
Naturalmente avendo 12 anni scoppiai a piangere, tra l’altro era il periodo in cui il motard era in grande espansione, così mio padre montò due ruote lisce sul mio Kawasaki 80 e mi rimise sopra la moto rendendomi la persona più felice di questo mondo.
Per quanto riguarda l’avvicinamento al mondo delle corse è stata una cosa naturalissima: già da quando ero piccolo (5-6 anni) avevo sempre voglia di gareggiare, sfidavo chiunque, volevo essere il migliore.
Mio fratello è arrivato molto più tardi ed essendo 5 anni più piccolo di me è arrivato ad un buon livello solo ultimamente quindi da piccolo non ho potuto contare sul suo riferimento.
Proprio per questo morivo dalla voglia di correre, volevo avere un punto di riferimento e lo volevo solo per superarlo, così dopo trattative estenuanti con mia madre (inizialmente molto spaventata e quindi contraria) siamo giunti all’accordo: a 14 anni avrei potuto iniziare a correre in moto.
Questo è stato leggermente penalizzante per me, in quanto la maggior parte dei piloti a quell’età aveva già fatto molta esperienza nel mondo del minicross e non erano quindi nuovi al mondo delle competizioni, io naturalmente invece dovevo ancora imparare tutti i trucchi del mestiere.
Questo naturalmente è il punto di vista di un pilota inesperto.
IFG: Dai, non fare il modesto!
Teo: “Tutti nascono inesperti, nessuno nasce imparato, e soprattutto non si finisce mai di imparare!”
IFG: Certo, ma in questi anni di trucchetti ne hai imparati parecchi direi!
Teo: “Sì, infatti ora non ragiono più come una volta, non ci sono più punti di riferimento da superare, ci sono avversari da rispettare e da battere.
Ora il centro del tuo miglioramento non è più un riferimento più veloce, sei tu, bisogna rimanere concentrati e lavorare pensando solo e unicamente a quello che si sta facendo e cercando di non sbagliare nulla.
Non è semplice da spiegare ma a livello mentale è molto differente, ad esempio: se tu hai un riferimento è un po’ come se ponessi lui come limite, sarà molto difficile superarlo con un atteggiamento del genere, invece bisogna arrivare al punto in cui si lavora solamente sul proprio stile di guida cercando di avvicinarsi sempre di più alla perfezione, in questo modo più riuscirai ad avvicinarti ad essa, più quei limiti diventeranno solo ostacoli da superare.”
IFG: Anche per te è stata fondamentale la figura del padre appassionato, attraverso cui sei entrato in contatto con le moto. Se non avessi avuto un padre appassionato e “praticante”, pensi che ti saresti comunque appassionato alle moto?
Teo: “Credo di si, probabilmente non fin da piccolo perché magari non avrei saputo neanche cos’era una moto, ma la sensazione che hai andando in moto è fantastica quindi penso che sarebbe stata solo questione di tempo, avrei solo dovuto provare una moto“.
IFG: C’è una stagione particolarmente bella e/o significativa per la tua carriera? Raccontacela!
Teo: “Per quanto riguarda la stagione più bella, sicuramente è stata questa del 2011, ve la potrei raccontare tutta ma verrebbe fuori un libro!! E’ stata davvero ricchissima di forti emozioni, colpi di scena e grandi soddisfazioni!
Invece ti posso raccontare la mia prima gara nel mondiale: nel 2007 mi chiamarono in Honda ufficiale Assomotor, avevo fatto il grande salto dalla 250 alla 450 nel giro di due settimane!
Il bello di questa chiamata è stato che due settimane prima eravamo in Francia a correre il campionato europeo S3 e passeggiando nel paddock la sera i miei genitori, guardando il truck della Honda, parlavano dicendo: “chissà se Teo arriverà mai a correre in un team del genere?”. Dopo due settimane mi ha chiamato proprio quel team!
La prima gara l’ho fatta in Germania, eravamo a Sankt Wendel (un bel cittadino cazzuto Ndr) e guardando gli intertempi ho scoperto che sul tratto asfaltato perdevo circa 8 decimi al giro, mentre sul tratto off road, che erano praticamente due curve, mi beccavo due secondi e mezzo al giro! Appena sono arrivato a casa ho preso il muletto e ho iniziato a girare con la moto da motard nelle piste da cross, anche in piste impegnative come San Severino, dove un paio di anni fa hanno anche corso gli Internazionali d’Italia Motocross, e tuttora spesso io e Massimiliano Porfiri (pilota, preparatore e manager fondatore del Freccia Team Ndr) andiamo a fare enduro con le ruote lisce nel periodo estivo.
IFG: Fino ad allora non ti eri mai allenato in pista da cross?
Teo: “Sì ma con la moto da cross!”
IFG: Poi com’è proseguito il 2007?
Teo: “Ho finito il mondiale con Honda Assomotor, ma non ero ancora pronto nè a livello di esperienza e di velocità in pista, nè tantomeno a livello di preparazione fisica, ed è per questo che ho deciso di correre nel Campionato Europeo fino a quando non mi sarei sentito pronto ad affrontare un mondiale“.
IFG: Tu l’anno prima, nel 2006, hai fatto l’Italiano Runner, la chiamata al mondiale in un team Ufficiale è stato un passo bello lungo per te che venivi dalla 250 nazionale, com’è stato il primo impatto con il mondiale?
Teo: “E’ stato duro soprattutto il passaggio di cilindrata, fisicamente non ero ancora pronto, poi nel mondiale ci vuole un po’ per ambientarsi, non è semplice farsi un nome e ci si riesce solo a suon di risultati quindi è difficile farsi rispettare all’inizio”.
IFG: Torniamo indietro un attimo, moltissimi piloti che arrivano e vincono nel motard provengono dal cross o comunque hanno iniziato lì, tu invece hai iniziato direttamente con le ruote lisce, col senno di poi non ti manca come esperienza? Per un pilota di supermoto quanto conta la provenienza dal mondo del tassello?
Teo: “La provenienza dal cross sicuramente dà grandi vantaggi ma come mi diceva sempre babbo “gli altri hanno due braccia e due gambe come te” quindi se lo fanno loro lo puoi fare anche tu no? Tutto sta nel capire come si fa, in questo sport bisogna anche saper rubare con gli occhi, poi ci vuole tanto allenamento!”
IFG: Se vogliamo essere cattivi, a volte i maligni sostengono che il motard sia un po’ il ripiego dei crossisti falliti, tu da”purista” cosa ne pensi?
Teo: “Beh non credo sia proprio così, effettivamente molti piloti ripiegano sul motard ma credo sia più un fattore di resistenza fisica: il motocross richiede una grande prestanza fisica che spesso con l’avanzare dell’età è difficile mantenere, e poi ci sono stati piloti che hanno corso nel motard nonostante non avessero affatto fallito nel cross, basta pensare a Parker, Bolley, Pignotti, Andrea Bartolini ed è solo per citare alcuni dei tanti! E bisogna anche ricordare che spesso piloti di grande spessore nel mondo nel motocross non sono riusciti ad ottenere risultati altrettanto brillanti nella supermoto…Io credo semplicemente che siano due discipline vicine ma comunque differenti!”
IFG: E nella vita di tutti i giorni chi è Teo Monticelli?
Teo: “Per quanto riguarda il mio mondo fuori dalle competizioni beh, sono una persona come tutte! Al momento studio, faccio mediazione linguistica a Civitanova, anche se sono parecchio indietro con gli esami purtroppo. Esco con gli amici la sera e mi alleno quando non ho lezione, come dicevo una persona normalissima piena di ambizioni!”
Carriera e risultati principali
2004 – Debutto nel mondo delle competizioni nel Campionato Italiano Supermoto Runner (125cc), Honda Freccia Team
2006 – 3° classificato Campionato Italiano Supermoto Runner (250 cc), Honda Freccia Team
2007 – Debutto nel Mondiale Supermoto, classe S1, Honda ufficiale HM Giletti Assomotor
2009 – 2° classificato Campionato Europeo Open, Honda Freccia Team
2010 – 3° classificato Campionato Europeo Open, Honda Freccia Team
2011 – 1° classificato Campionato Europeo Open, Honda Freccia Team
4° classificato Campionato Italiano S1
8° classificato Internazionali d’Italia
4° classificato Supermoto delle Nazioni
2 Comments
Comments are closed.