Il team Bordone Ferrari è stato coinvolto nei giorni scorsi in una bufera economica che rischia di mettere a repentaglio l’attività futura e l’esistenza stessa della squadra milanese.
La denuncia del mancato pagamento di un fornitore ha attivato una serie di pratiche che hanno portato al maxi sequestro di moto e attrezzature.
Che il team non fosse perfettamente in pari potevamo immaginarcelo, visti gli imponenti investimenti attuati quest’anno, che fosse in difficoltà potevamo ipotizzarlo dai modi in cui è avvenuta la rottura con Thomas Oldrati, ma che la situazione fosse tale da portare a un maxi sequestro e al rischio di chiudere battenti a neanche un anno dalla nascita del team non se l’aspettava nessuno.
Alla base della questione c’è un mancato pagamento di un fornitore (TM, che fornisce i motori per il team Rally), la casa pesarese ha avviato un ingiunzione presso il tribunale di Milano, a cui è seguito, su richiesta del giudice, un maxi sequestro di moto e attrezzature, avvenuto al rientro del team dallo scorso Rally del Marocco. E TM non sembra l’unico fornitore a non essere stato pagato.
La prassi prevede che il materiale sequestrato venga venduto all’asta per ripianare i debiti, ponendo però fine all’attività agonistica della squadra. Sembra però che Renato Ferrari, Team Manager e proprietario della struttura, si stia attivando per trovare una soluzione alternativa che permetta alla factory milanese di saldare i debiti e proseguire nella propria attività, come ha dichiarato in alcune interviste comparse su Moto.it ed Xoffroad.
“La nostra squadra esiste da un anno, un anno soltanto in cui abbiamo fatto tantissime cose con una passione immensa. Abbiamo detto “sì” a numerosi progetti con il cuore. In questo modo però abbiamo superato il budget iniziale. Abbiamo commesso errori di gioventù, che però non ci fanno venire meno dagli impegni assunti con i fornitori. Ci è servito tempo per rifinanziarci. Non c’è alcun impedimento nei pagamenti, piuttosto dei problemi tecnici nell’adempiere agli stessi nei tempi dovuti».
“La cosa è partita dalla TM , che a nostra insaputa ha fatto in via cautelativa un decreto ingiuntivo che ha bloccato le nostre moto. Avevamo concordato due tranche di pagamenti e non c’era alcuna intenzione da parte nostra di eludere gli impegni assunti. Nei prossimi giorni salderemo il debito con la TM”.
Oltre ai fornitori sembra che anche i dipendenti del team non prendessero lo stipendio da alcuni mesi, la situazione sembra però risolta : “I nostri piloti e meccanici sono stati tutti pagati. La scorsa settimana abbiamo ordinato alla banca 72 bonifici. I ritardi che ci sono stati sono imputabili ai tempi tecnici legati al rifinanziamento del team”.
Renato è parso molto sicuro di riuscire a risolvere la situazione in breve tempo e nel migliore dei modi, assicurando che tutte le attività sportive del team proseguiranno, sia il team Rally, confermato al via della Dakar con Botturi e Lopez, sia il team Enduro, che verrà presentato a breve e che schiererà i riconfermati Manzi e D’Ambrosio oltre a due nuovi talenti italiani.
Da un lato l’apparente tranquillità e sicurezza di Renato Ferrari sembrano rassicurare sulla salvezza del team, dall’altro però l’abbandono da parte di Jordi Viladoms del team Rally, avvenuto pochi giorni dopo l’intervista, sembra contraddire le parole dell’architetto milanese.
Difficile decodificare una situazione del genere dall’esterno, aspettiamo nuovi aggiornamenti per comprendere quale sarà il destino del team Bordone Ferrari.