Daniel Pedrosa (10) ormai può vincere solo chiedendo l’aiuto di un Oracolo, ma legittima pienamente un eventuale episodio clamoroso. Jorge Lorenzo (9) e Casey Stoner (9) completano il Podio, bravissimi per motivi diversi, anche se nel giudicare Lorenzo si potrebbe sbracare parlando di uno che non vince più: in realtà ha 23 punti di vantaggio a due gare dalla fine.
DANIEL PEDROSA Voto 10
Che volete dirgli? Vince la Sesta gara dell’anno, terza consecutiva. Ma soprattutto cinque degli ultimi sei appuntamenti: trionfatore da Indianapolis a Sepang, con il disastro in Griglia a Misano e lo “Strike” di Barberà a fare da spartiacque. A Sepang parte 2°, perde un po’ di terreno in avvio, recupera su Lorenzo, lo stacca e si avvia a vincere in solitaria la prima gara della propria carriera in condizioni di bagnato. Difficile analizzare gli episodi considerando un esito differente di determinate situazioni, impossibile domandarsi come sarebbe ora la situazione senza il KO del GP di San Marino. Ma se per qualche congiunzione astrale Pedrosa dovesse vincere il Titolo, sarebbe assolutamente meritato.
JORGE LORENZO Voto 9
Lui, invece, ha vinto solo 2 degli ultimi 10 GP. I Successi, anche per Jorge, sono 6: la differenza la fa il ruolino di marcia, inarrestabile. Il peggior risultato di Lorenzo è il 2° posto (escluso il KO di Assen) e concedendosi due terzi posti a Phillip Island e Valencia vincerebbe comunque il Titolo. Forte e fortunato, Lorenzo ha fatto tesoro dell’avvio di Campionato e di una seconda fase dell’anno in cui sta vestendo i panni del calcolatore, agevolato dall’assenza di Stoner che, di fatto, riduce ad un duello la lotta per le prime due posizioni. A Sepang Casey si era rifatto sotto e per lui sarebbero stati problemi, ma la furbizia (braccio prontamente alzato) e le condizioni Meteo (che legittimano, nei fatti, il gesto) lo salvano. Dimostra, in ogni caso, di essere ancora velocissimo e di poter conquistare la Pole Malese nel momento in cui “toglie i blocchi” e si lancia alla conquista del tempo. Poi, in gara, la priorità è non cadere e se è l’unica Yamaha a restare in piedi (pur con lo spauracchio di quella staccata finale, che sarebbe comunque stata annullata dalla RedFlag) avrà pure un merito.
CASEY STONER Voto 9
L’australiano parte cauto, ma che avrebbe potuto dire la sua lo diceva già il passo-gara. Tempi non bassissimi, sensazioni e feeling ancora “castrati” dalle 7 settimane trascorse senza la moto sotto al sedere che lo rendono vittima di un chattering probabilmente legato ad una evoluzione della RC213V che, in sua assenza, ha effettuato tanti Test (Brno ed Aragon) per sviluppare e selezionare aggiornamenti di telaio, elettronica e motore. La scelta della gomma rain “hard” ed il peggioramento delle condizioni lo aiutano parecchio, poi la bandiera rossa gli toglie un 2° posto che avrebbe facilmente conquistato: mangiava un secondo a giro a Lorenzo al netto degli errori. Un buon segnale per le ultime due tappe della carriera, ma l’asciutto è un’altra cosa. Phillip Island dirà la verità.
NICKY HAYDEN Voto 7
Monetizza al massimo le cadute degli avversari e porta la Ducati non troppo distante dal Podio. Lui stesso non è pienamente soddisfatto della gara e pensa di non essere riuscito a sfruttare il potenziale della moto ed, in effetti, i precedenti sul bagnato della D16 pendono più a favore che contro, non solo in questo pessimo biennio. Se non altro conquista dei punti importanti dopo un periodo evidentemente difficile ed un rientro che aveva restituito al Motomondiale un “Kentucky Kid” con acciacchi fisici e problemi di adattamento, probabilmente gli stessi di Casey sulla Honda viste le evoluzioni che anche Ducati ha apportato nelle settimane di assenza: è vero, anche lui ha potuto provare nei Test di Misano, ma furono delle giornate in cui, per stessa ammissione di Preziosi e Guareschi, non fu in grado di comprendere gli upgrade e l’Equipe di Borgo Panigale utilizzò le Libere dei GP successivi per sottoporre nuovamente a Nicky il materiale.
VALENTINO ROSSI Voto 6,5
Prestazione decisamente simile a quella di Hayden. Positiva, ma il Dottore commette un errore che gli toglie la possibilità di ottenere un buon piazzamento “a priori”. E il Gap tra Rossi ed il compagno di squadra è pari al tempo perso per l’errore di metà gara, poi le cadute e la risalita di Valentino sistemano un po’ le cose dal punto di vista dei punti e del “numerino”. Ciò che può confortare è che non è solo un piazzamento ottenuto per mancanza di avversari, finiti nelle vie di fuga.
ALVARO BAUTISTA Voto 6
La pioggia “salva” un fine settimana che sarebbe stato lontano parente di quello di Motegi. La Honda del Team Gresini è lontana sull’asciutto, Bautista commette diversi errori e non riesce a girare pulito, entrando giusto-giusto in Top 10 al Sabato. Del resto la moto di Alvaro è la più diversa tra le RC213V e quindi capita che la messa a punto sia più facile o più difficile da raggiungere, le prestazioni altalenanti non sono solo legate all’incostanza del pilota, comunque riconfermato (giustamente) per il 2013.
HECTOR BARBERA’ Voto 5
Grande Qualifica, poi come al solito si perde sotto la pioggia, “vincendo” il duello con la CRT di turno, questa volta quella di Espargaro visto che Randy de Puniet va a terra. Ormai ha poco da dire a questo Campionato.
KAREL ABRAHAM Voto 4
Ancora peggio di Barberà: lontanissimo sin dal primo Turno, in Gara arriva 10°. Su 13, contando Dovi caduto.
BEN SPIES, CAL CRUTCHLOW, ANDREA DOVIZIOSO, STEFAN BRADL Senza Voto: Tutti giù per terra in condizioni critiche. Almeno il Dovi si porta a casa due punti visto che le CRT ci mettono una vita a completare il proprio giro.
CRT:
ESPARGARO’ 9; DE PUNIET s.v.; PIRRO 6; ELLISON 7; HERNANDEZ s.v.; PETRUCCI 6; EDWARDS s.v.; ROLFO 5; SILVA s.v.