Aragón, Capirossi e il Salotto di Don Carmelo

Le dichiarazioni di Loris Capirossi e Franco Uncini, Responsabili Sicurezza della MotoGP, hanno fatto discutere. Al centro dell’attenzione l’incidente di Nicky Hayden, finito oltre le barriere di protezione nel corso della gara. Il pilota sta bene e questo, oggi, è quello che più conta.

Il punto è che bisogna prevenire, non curare. Considerando, come dice Capirossi, che nelle Corse il fattore-rischio è sempre presente.

Vero, lo sappiamo ed il metodo per praticare il Motorsport in totale sicurezza è…non praticarlo. Certo che alcuni pericoli non dovrebbero esistere e quello di Aragon va oltre al ruolo dei due ex-piloti italiani.

Una pista nel deserto: un vero sogno per chi deve realizzarla e per chi ci deve correre. Si presume non vi siano stati problemi di spazio nella realizzazione: e allora perchè non abbondare con le vie di fuga? Passi l’erba sintetica, comunque pericolosa e responsabile di tante cadute, una su tutte quella che ha portato alla morte di Shoya Tomizawa. Ma l’asfaltatura delle vie di fuga è una tendenza importata dalla Formula 1 ed assolutamente folle: va bene, se esci di pista puoi rientrarci, ma non ti fermi a meno di non frenare.

E le monoposto possono fare affidamento a vernici e superfici di attrito poste fuori dalla pista, le moto no. Come si pensa di risolvere un eventuale problema idraulico o meccanico ai freni, per dirne una? Ci saranno stati anche 100 metri di via di fuga, come rilancia Uncini, ma almeno la metà sono di erba sintetica e ghiaia non così profonda, a vedere come la “bypassa” la Desmosedici di Hayden con il peso del pilota sopra essa.

Sono tutte valutazioni, oggi, che dovranno fare la Safety Commission e chi si occupa della Sicurezza per le singole manifestazioni che si disputano in ogni tracciato. Di sicuro pesa l’inspiegabile assenza degli Airfence, le barriere gonfiabili che in tanti circuiti sono state imposte come strumento prezioso.

E di sicuro, tra le dichiarazioni che più hanno lasciato con enormi punti interrogativi, c’è quel “siamo stati sul luogo dell’incidente e abbiamo deciso che l’anno prossimo asfalteremo ulteriormente”.

Aspettate, Capirex e Franco: faremo cosa? Avete deciso in cinque minuti? Chi avete consultato? Il punto è proprio questo e, quasi a “coronare” un’uscita spericolata passata in secondo piano, destino vuole che la Tv italiana avesse microfonato Jorge Lorenzo, il quale prontamente dice che il problema “è il troppo asfalto, che impedisce alle moto e ai piloti di rallentare”. Il Leader del Mondiale non è d’accordo con la soluzione che dovrebbe garantire più sicurezza, anzi secondo lui è proprio quello il motivo del brutto botto del collega.

Capirossi è stato pilota fino a poco fa e lo ribadisce: la speranza è quindi che Loris riesca a mantenere quella lucidità e quell’onestà intellettuale che solo un Racer può avere nel gestire gli interessi propri e dei propri colleghi. Senza prendere decisioni a tavolino, senza farsi divorare dal “Salottismo” di Don Carmelo e da esigenze più grandi.

Ce la farà o è troppo tardi?

 

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