Husqvarna lascia il Mondiale Supermoto. E’ un male?

 

Dopo 12 titoli mondiali di categoria ed un segno indelebile nel giovane Mondiale Supermoto, Husqvarna lascia. E’ solo l’ultimo di una serie di addii ed è tutto fuorchè un “fulmine a ciel sereno”. Se fosse, però, finalmente una “buona notizia” per il mondo del Supermotard?

 

La Casa di origine svedese (da fine anni ’80 al 2007 di proprietà di della varesina Cagiva, dove ha ancora Sede) in quota BMW Group libera il giovane e talentuoso Mauno Hermunen e lascia. Non è ancora sicuro se quello di Husqvarna sarà un addio “totale” o continuerà a supportare un Team satellite, ufficialmente o informalmente, come ha già fatto con il Team Zupin Motorsport nel 2011 schierando proprio Mauno Hermunen (e vincendo il Titolo nazionale di Germania con la 449SM, primo motore BMW).

E’ l’ultimo di una serie di “importanti” addii: lo avevano già fatto Aprilia (7 titoli mondiali Supermoto tra “Factory” e Team privati, l’ultimo dei quali proprio nel 2011 con Adrien Chareyre) e più recentemente KTM (9 titoli).

Ma quanto può essere considerato “un male” l’abbandono di Husqvarna ed, in genere, di un grande Marchio nell’ambiente del Motard? Senza dubbio gli svantaggi sono e saranno rilevanti in materia di sviluppo e, probabilmente, sponsors. Ma in un momento di Crisi mondiale è naturale che un’Azienda come BMW abbia ordinato alla divisione Varesina di lasciar perdere una Competizione con sì poche spese ma anche ricavi irrilevanti e, stando alla nuova impronta che il Gruppo vorrà dare ad Husqvarna, ad un ritorno di immagine trascurabile: la presentazione della nuova ed improbabile “Nuda 900” potrebbe essere annotata sul taccuino sotto la voce “prove a carico”.

 

Ma è anche vero che la presenza di sole squadre private, talvolta supportate dalle Factory ufficiali, potrebbe essere lo scenario ideale per la sopravvivenza di una disciplina che sembrava dovesse “esplodere” e che in molti hanno, negli scorsi anni, “dopato”, snaturandola e portandola a costi che non erano più in linea con quello che aveva spinto il Motard ad “affermarsi” nel Mondo delle discipline Offroad: l’abbordabilità.

 

Sarà sempre più difficile organizzare Competizioni e trovare personaggi disposti a spendere denaro nei motori, ma talvolta la Soluzione salta fuori nel bel mezzo delle macerie: è per questo che, personalmente, trovo sia questa la via da seguire. Via gli Ufficiali, via le Factory: dentro i privati. Meno soldi, meno costi, più Supermotard.

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5 Comments

  1. Cazzate, ma siamo impazziti. Il comunicato di husqvarna non fa altro che screditare ulteriormente una disciplina già in forte crisi. Molti affermano, fuori gli ufficiali e dentro i privati solo cosi che si salverà, niente di più sbagliato. I team rimasti chiederanno soldi ai piloti che vorranno schierarsi in griglia e di conseguenza il livello si abbasserà ulteriormente perchè correrà solo chi porta la valigia. Orami siamo alla frutta e questo è da imputarsi solo al 20% all’organizzatore ma per il restante 80% ai team incapaci di gestirsi minimamente e crescere professionalmente.

  2. Anche io penso che l’unica soluzione sarà il collasso e lo vedremo anche in MotoGP il prossimo inverno, penso, o forse addirittura a metà stagione.

    Concettualmente, però, sarebbe quella la salvezza dell’SM. Certo dei costi insostenibili non ti liberi da un anno all’altro, nessuno vuole dire ”dall’anno prossimo il Supermoto sarà il Paradiso…” ma si è arrivati ad un punto dove ogni scelta sarebbe stata sbagliata ed ogni scelta non presa sarebbe stata da prendere.

    Ah, ovviamente è sempre colpa della BMW.

  3. comunque ERG…i team chiedono gia i soldi ai piloti del mondiale,quelli che non pagano sono 5/6

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