Manuel Poggiali: dalla doppietta mondiale 125-250 al…Calcio a 5!

 

Nei ricordi di noi giovanissimi (ma neanche troppo) riecheggiano spesso nomi che, per diverse Stagioni, esaltarono nelle strepitose classi 125 e 250. In particolare tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei ”Duemila”, ricordo più o meno nitidamente un exploit di “meteore” assolutamente notevole. Certo, probabilmente è qualcosa di costante nella Storia del Motociclismo ed in quel decennio non accadde niente di “clamoroso”. Ma quelli furono anni in cui il “Rossismo” iniziava a prendere corpo ed in cui l’esaltazione dei giovani piloti italiani, definitivi “Eredi di Valentino” spesso più Marketing che per Talento, era fin troppo palesata: era l’Epoca dell’Aprilia assoluta dominatrice delle Classi “young” e del Mercato dei cinquantini, con le celebri RS 50 che uscivano nelle versioni più particolari e ricercate rifacendosi a quei piloti che dominavano letteralmente l’ottavo di litro e la “classe di mezzo”.

Sono passati più di 10 anni da quegli anni e, senza tirar fuori la solita retorica (ed amarezza) del “mi sembra ieri”, ho deciso di andare a scovare in quel recente passato. In particolar modo andare a capire il perchè quei ragazzi, spesso addirittura Titolati, non riuscirono ad “esplodere” definitivamente e si “persero”, mollando tutto o declassando a Categorie e paloscenici “inferiori”.

In questa “prima puntata” parlerò di uno dei casi che ritengo più eclatanti: Manuel Poggiali, pilota Sammarinese classe ’83 due volte Campione del Mondo (2001 125cc con Gilera e 2003 250cc con Aprilia).

 

Nato nella Città di San Marino il 14 Febbraio del 1983, inizia la sua “carriera” relativamente tardi per un pilota che arriverà a competere ad alto livello: ha infatti 11 anni quando partecipa al suo primo Campionato Italiano Minimoto, chiudendo al 2° posto. Correva il 1994 e con le Minimoto correrà fino ai 14 anni (1997) collezionando in 4 Stagioni un Titolo Italiano (1997), 2° (1994), 5°(1995) e 11° (1996).

Nel 1998 partecipa al GP di Imola nella Classe 125cc, cadendo ripetutamente (sul bagnato) durante le giornate di venerdì e sabato, riportando la frattura della clavicola.

Nel 1999 partecipa alla sua prima Stagione nel Motomondiale Classe 125: in sella ad una Aprilia conquista 46 punti chiudendo al 17° posto e culminando la propria stagione con il 7° posto ottenuto in Brasile.

Nel 2000 si prende la sella di una Derbi, chiude a 52 punti (16° generale) ed il 24 Giugno 2000 conquista ad Assen il primo podio della sua Carriera: chiude 3°, preceduto dal duo giapponese Youichi Ui/Noboru Ueda e precedendo Cecchinello, Sanna e Locatelli.

Il 2001 è l’anno della consacrazione nella Classe 125 (su Gilera): ottiene 3 Vittorie e, soprattutto, mantiene una costanza che in 125 (sia per il gran numero di piloti al via, sia per l’inesperienza generale e quindi le numerosissime cadute) è sempre stata fondamentale. Nei 13 GP conclusi senza vincere (su un totale di 16) è infatti costretto al ritiro in sole due occasioni (Spagna ed Olanda) mentre conquista il Podio per 8 volte (4 volte 2°, 4° volte 3°) ed ottenendo come peggior piazzamento due 5° posti, alla prima gara della Stagione (Giappone) ed all’ultima (Brasile). Con questi risultati Poggiali si laurea Campione del Mondo della 125 davanti a Yoichi Ui precedendolo di soli 9 punti (241 a 232). Come detto, la costanza di Poggiali fu decisiva: il giapponese Ui vince infatti ben 6 gare (il doppio), ma con un inizio di Stagione estremamente difficoltoso e sfortunato (in Germania ed Italia concluse senza andare a punti) furono inutili le 4 vittorie di fila nelle ultime 4 gare.

Nel 2002 decide di rimanere in 125 da Campione in carica ma deve arrendersi al francese Arnaud Vincent. Nonostante le 4 Vittorie ed i 6 Podi pesano sul suo Campionato due episodi: la squalifica rimediata in Spagna per un’irregolarità commessa ai danni di De Angelis e la caduta nel corso del Gp del Portogallo in cui Vincent vincerà.

E’ del 2003 il passaggio in 250: il numero 54 Sammarinese vince subito senza troppi fronzoli: 4 primi posti e 6 podi per 249 punti, +14 sull’italiano Roberto Rolfo. Campione del Mondo 250 e secondo titolo Mondiale della Carriera ad appena 20 anni! La nascita di una Stella?

No. Poggiali in MotoGP non ci arriverà nemmeno. L’anno successivo, sempre in 250, è disastroso: cadute, errori, infortuni. 6 Ritiri totali e 2 “non partenze” con un bottino di appena 1 vittoria (Brasile) e due terzi posti (Italia e Australia). Chiude il 2004 con 95 punti ed un 9° posto generale.

Per il 2005 fa quindi una scelta che, guardandola con gli occhi di oggi (non che all’epoca trovò approvazione…) pare sconcertante: il ritorno in 125, all’età di 22 anni. Disastro: 6° posto come miglior risultato e 10° piazza nel Mondiale (107 punti).

L’anno successivo torna in 250, in sella alla KTM. Nel posto giusto al momento sbagliato, perchè la KTM è agli inizi della breve (ma non magra di soddisfazioni) storia nella Velocità. Nell’ultimo GP di Valencia del 2006 ottiene il risultato migliore, ovvero un 8° posto che lo classifica 14° in Campionato a 50 punti.

Il 2007 non corre, mentre nel 2008 (sempre in 250) partecipa a qualche gara su una Gilera senza tuttavia andare oltre il 6° posto in Francia.

E’ così che dopo 131 gare, 2 Mondiali vinti, 12 vittorie, 35 podi e 10 pole position decide (appena 25enne) di salutare il Motomondiale.

 

Ma cosa fa Manuel Poggiali nel 2011? Beh, dopo il disastroso Mondiale del 2006 ha iniziato a giocare a Calcio a 5 per il Pennarossa (compagine sammarinese), impegno che è diventato più deciso col ritiro nel 2008 tanto da essere, da un anno a questa parte, membro nella Nazionale di Calcio a 5 Sammarinese, con la quale vanta due presenze.

In un’intervista rilasciata a Repubblica questo inverno:

“I rapporti con l’ambiente motoristico sono rimasti. Da aprile, ad esempio, inizierò a tenere corsi di guida in moto al circuito di Adria. Poi mi piace seguire di persona i Gran Premi vicino casa, ovvero Mugello e Misano, anche per rivedere amici ed ex colleghi, mentre per le gare in altri Paesi mi accontento della tv. Valentino è Valentino e con la Ducati farà grandi cose, ma il cambiamento di Lorenzo è stato qualcosa di incredibile. Avrei voluto io essere come lui. Nel senso che ha lavorato tantissimo a livello mentale, capacità che poteva venire comoda anche a me… Me lo ricordo bene Jorge da piccolo, siamo stati anche compagni: era intrattabile, non sorrideva mai, arrivava nel box e manco ti salutava. Adesso è un’altra persona. Da quel punto di vista è il più avanti di tutti. Rimpianti? Non ne ho, la mia carriera è finita presto, però poi sono migliorato tantissimo dal punto di vista relazionale e mentale. E adesso – conclude Manuel – mi sento un uomo più completo e felice di allora”.

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