La Mazda RX-8 è ufficialmente uscita di produzione. Dopo un’ultima serie in tiratura limitata (RX-8 Spirit R), la piccola Coupè della Casa nipponica va in pensione: con lei anche il particolare propulsore rotativo “Wankel”.
La storia dell’RX-8 comincia nel 2001 quando viene presentata nelle vesti di prototipo al Salone dell’Auto di New York: gli appassionati accolgono con freddezza l’erede della “7”, in particolar modo per il pianale condiviso con la piccola Cabrio MX-5 ed il Wankel aspirato, non più turbocompresso.
Dopo due anni di rivisitazioni e rielaborazioni, gli Ingegneri di Hiroshima proposero l’auto in versione definitiva, con design immutato e telaio completamente rivisto così come la ciclistica: anteriormente sospensioni a doppio quadrilatero alto deformabile, posteriormente bracci multipli con sistema Multilink. Le portiere erano quattro, con quelle dei passeggeri di dimensione molto ridotta e con apertura “controvento”: una Coupè 2+2 molto “scomoda”. Le potenze erano comprese tra i 220 ed i 240cv, sprigionati da un doppio rotativo Wankel Renesis da 1.300cc, cambio manuale 5 o 6 rapporti, automatico 4 rapporti e automatico sequenziale 6 rapporti.
In nove anni di onorata Carriera venne aggiornata con un Restyling nel 2009, mentre tramite l’elaboratore “Mazdaspeed” era possibile acquistare Kit estetici ufficiali che davano un aspetto molto più aggressivo alla piccola Mazda: da segnalare una versione bifuel a benzina/idrogeno, denominata “RX-8 Hydrogen RE”: prestazioni modestissime con l’alimentazione “H” (109 cavalli), mentre utilizzando la normale benzina si riottenevano i 231cv sia pur con una importante zavorra dovuta al Bifuel.
E ora, dopo una “Final Edition” denominata “Spirit R”, la storia della particolare Coupè giunge alla fine. Attualmente non c’è alcun motore rotativo nei listini automobilistici commerciali e l’ipotesi di una “RX-9” rimane tale.
Forse è anche meglio così: già da un paio di anni si parlava di un piccolo rotativo abbinato ad un sistema elettrico. Il definitivo colpo al cuore per chi guardò con diffidenza la “Otto” e il suo Renesis aspirato.
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