Analizzando il weekend di Teo Monticelli si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mezzo pieno perchè sia in qualifica sia in gara è andato fortissimo, confermando che il suo posto è lì davanti con i primi della classe.
Mezzo vuoto perchè l’impazienza è una brutta bestia e, come Teo ha imparato a sue spese, può compromettere un weekend altrimenti da incorniciare.
Ecco il report di Teo, che ormai è un manico anche a scrivere!
Domenica si è corsa nell’aeroporto Boccadifalco, situato nel centro di Palermo, la seconda tappa del Campionato Mondiale Supermoto S1.
Il tracciato era un po’ una brutta copia di quello storico francese ricavato nell’aeroporto di Chaors, oramai tappa fissa del campionato francese supermoto fin dai primi anni di questa disciplina, dove lo scorso anno si è corsa anche l’ultima tappa dei campionati Mondiale ed Europeo.
Inizialmente ero un pochino preoccupato di quello che sarei riuscito a fare in un tipo di tracciato di questo genere: le curve erano poche, per lo più tornanti situati in fondo a lunghi rettilinei con forti staccate, e balle di paglia a delimitare la pista che limitano non poco la possibilità di variare l’angolo di piega e le traiettorie.
Ciò provoca per forza un appiattimento dei valori in campo ed una difficoltà ancora superiore nel cercare quel limite che poi servirà a fare la differenza sugli altri piloti in un campionato già tiratissimo.
Parola d’ordine: partire davanti!!
Sarebbe stata decisiva la qualifica del sabato ed ero quindi un po’preoccupato per quello che sarei riuscito a fare.
Preoccupazione che poi si è rivelata del tutto infondata: alla fine dei tempi ero infatti in quinta posizione! Subito dietro a Mauno, i fratelli Chareyre e Lazzarini, praticamente subito dietro i professionisti del settore e ad un soffio dalla superpole! (prendevo un solo decimo da Ivan e Thomas rispettivamente terzo e quarto).
Non potete nemmeno immaginare l’entusiasmo che c’era all’interno del Freccia Team!
Entusiasmo poi spentosi per colpa mia nelle gare della domenica. Purtroppo in gara uno, dopo aver provato a lottare per qualche giro con Thomas, che avevo superato in partenza, ho subìto un forte problema di indurimento degli avanbracci che mi ha costretto a rallentare e a concludere in settima posizione. Stranissimo, non mi era mai successo prima!
Le ho pensate tutte e in conclusione credo che sia stato un problema di riscaldamento pregara, visto che nella seconda e terza manche non si è più presentato, mah!
Provo a partire per gara 2 più preparato, visto anche l’handicap della settima posizione in griglia di partenza (rispetto alla quinta di gara 1, per regolamento le posizioni in griglia di gara 2 e 3 vengono modificate in base all’ordine di arrivo della manche precedente) deluso dalla prestazione ottenuta in gara 1 e ansioso di riscattarmi e di mostrare tutte le mie potenzialità.Pessima idea.
Pronti, via e un contatto alla prima curva con un pilota (credo spagnolo) mi fa perdere un sacco di posizioni, il che porta i miei livelli di ansia e impazienza a livelli inimmaginabili! Infatti nel tratto sterrato, mentre erano tutti in fila ad aspettare per passare nella traiettoria pulita, io provavo a passare esterno a velocità forse “un pochino troppo elevata”, girandomi tondo con conseguente spegnimento della moto. Perfetto. Ultimo! Ed a più di 20” dal penultimo.
Provo a recuperare il salvabile e finisco sedicesimo.
Per gara 3 parto quindi in penultima fila e, a dimostrazione del fatto che non avevo affatto imparato la lezione, alla prima staccata sulla terra, mentre erano ancora tutti in fila come al solito per entrare nella traiettoria pulita, io mi gettavo a kamikaze all’interno della curva, cadendo e spegnendo il motore, ritrovandomi nuovamente relegato in ultima posizione.
Direte: “sei stupido allora!!”.
E l’unica cosa che vi posso rispondere è: “purtroppo si!!!”.
Purtroppo quando vedo il pilota davanti a me procedere più lentamente di come vorrei andare mi si chiude la vena e provo in ogni modo a superarlo, a volte in maniera anche un pochino azzardata.
Mi metto quindi di nuovo a testa bassa cercando di rimontare e quando mi trovo in quattordicesima posizione un problema al freno anteriore, probabilmente causato dalla caduta iniziale, mi costringe a rallentare e a terminare in diciassettesima posizione.
È un peccato, il Freccia Team aveva lavorato benissimo mettendomi a disposizione un’ottima moto, e anche il passo gara era buono per stare abbondantemente nei primi 10 in tutte e tre le manche, ma in fondo credo che questo sia un anno che devo utilizzare per fare esperienza e per imparare a prendere il passo dei piloti della zona alta della classifica.
Mi piace quindi guardare il lato positivo ed essere ottimista: abbiamo dimostrato di avere le carte in regola per stare vicini ai primi anche nel mondiale, la velocità c’è, e non è poco!!
Ora bisogna fare occhio a questa velocità e fare l’abitudine ai ritmi e alla bagarre del mondiale, poi saremo a posto! Credo sia solo questione di tempo e di abitudine, nel frattempo tanto allenamento e gassssssss!
Ciao a tutti i lettori di IFG, ci si vede a Ottobiano per l’International Series!